ARMAROLI - SCHIAFFINI - SJÖSTRÖM
Duos & Trios
Leo records LR 892 CD
2020
“Questo progetto nasce di getto nel dicembre 2019, già oltre un anno adesso, da un dialogo nato per gioco con Harri Sjöström nei momenti di pausa di un altro progetto discografico… con Harri abbiamo cercato insieme di sviluppare alcuni brevi dialoghi improvvisativi a partire dall’ascolto, così: pronti, via! – improvvisazione pura senza paracadute alcuno. I duetti sono stati incisi di getto, in appena due giorni. Si è aggiunto in coda il trombone di Giancarlo Schiaffini completando il registro, nel medio-grave regalandoci solidità strutturale (con i suoni gravi intesi come ipotetiche fondamentali) e lirismo”.
Queste, tra le parole ampiamente introduttive dell’artista multimediale milanese Sergio Armaroli, per il quale non possiamo dirci nuovi nell’apprezzare il multiforme e progettuale talento, prodigamente espresso in diversificate sortite discografiche, giusto per considerare i più recenti periodi.
Articolata fra tre sessioni in trio e nove duetti, i primi al completo della formazione, i secondi scanditi tra vibrafono e soprano, la performance si giova dunque della ideale regia e della poliedrica gamma espressiva del vibrafonista, che qui rinsalda l’amicizia in arte con il veterano confratello, il trombonista Giancarlo Schiaffini fungente da autentico testimonial e portabandiera della nostra scena free dalla prima e più storica incarnazione (già a partire dalla mai abbastanza valorizzata esperienza del collettivo Nuova Consonanza) e, ad oggi, dagli ormai innumerevoli contributi e partecipazioni; a noi magari meno familiare, ma assai meritevole d’approccio la figura del sassofonista finnico Harri Sjöström, animatore e solista devoluto su diverse scene europee, ed uso a cimenti con maestri e confratelli d’oltre oceano, così completando la presente line-up, di fatto in contitolarità e presentata come una “combinazione senza precedenti tra vibrafono, sax soprano e trombone”.
La sequenza è introdotta dalla formazione completa (Trio One), così esponendo la portata della triangolazione, e qui mantenendo fluido e sempre in dinamismo il ruolo armonico del vibratorio strumento, i “flussi laminari” di Armaroli si sviluppano in astrattezza con ardita quanto fragile eleganza, riuscendo più serpiginose e saettanti le linee segnate con assortito stile dai fiati, con profilo più arguto e ruggente dal trombone di Schiaffini, in guisa magari più interrogativa ed esplorante dall’ancia di Sjöström; ciò almeno in parte confermato dal medesimo Armaroli che, nel suo stile abitualmente colto, non manca di fornirci ad ulteriore commento spunti utili per la valutazione introduttiva e nel post-ascolto.
“In un intreccio continuo di suoni e idee, ho cercato di inserire il mio vibrafono e più in generale il mio pensiero musicale armonico-gestuale e non melodico (se non a sprazzi); i campi armonici che ho creato con il vibrafono inteso quasi sempre in senso verticale (per masse sonore e armoniche defunzionalizzate) sono sfrangiate dal sax soprano di Harri sempre in movimento (anche microtonale, disegnando percorsi melodici dentro la fissità molto pura dell’accordatura del vibrafono), inquieto e ricco di spunti all’interno di un contrappunto continuo, con un registro degli strumenti molto particolare ( alquanto inusuale, sax soprano e vibrafono, forse noi abbiamo l’esclusiva con questo album!)”.
Il programma si sviluppa affidando nove passaggi alla formazione più “nucleare” del progetto, vibrafono e soprano dunque, che variamente esitano in distinte stanze ed espressioni del combinato istinto rappresentativo della coppia, offrendo differenziate piattaforme in particolare all’ispirazione e allo stile meno familiare di Sjöström, da cui discendono più richiami ad un certo solismo – non solo per ragioni strumentali, il pensiero andrà primariamente ad uno Steve Lacy, ma di questi le tipiche lacerazioni ed i grumi fraseologici sono avvicendate da uno stile più filante, e tutto ciò non poteva risultare estraneo al background e ai segni idiomatici dei Nostri (“Amo particolarmente il sax soprano, e Steve Lacy è impresso nella mia memoria acustica quale archetipo di libertà improvvisativa”, ancora secondo Armaroli).
La triade si ricompatta nei due passaggi finali, segnando una sorta di culmine nella protratta estensione del conclusivo Trio Two: terreno di gioco per l’avvicendamento di idee e spunti, l’apparente indipendenza delle voci è in realtà funzionale ad un intricato interplay, di drammaturgica portata spettacolare.
Esperienza d’ascolto che ci pacifica con il neo-free in una sua espressione nient’affatto avulsa dalle più storiche istanze del canone, pur incarnandone la frangia meno eversiva e, per così dire, estetizzante quanto costruttiva, “Duos & Trios” concretizza un programma che nella sua interezza non sembra cedere per tensione ed attenzione figurativa, da cui ci congediamo con le parole dell’ideatore:
“Nell’ascolto si hanno sempre delle sorprese e difficilmente un’esperienza improvvisativa come questa può essere raccontata a parole: la si vive nel corpo e nello spirito, ma questo è possibile solo con grandi musicisti come Harri Sjostrom e Giancarlo Schiaffini con cui ho avuto l’onore di condividere questa esperienza. E oggi questo mi manca molto”.
Musicisti:
Sergio Armaroli, vibrafono
Giancarlo Schiaffini, trombone
Harri Sjöström, sax soprano
Tracklist:
01. Trio One 6:00
02. Duet One 6:05
03. Duet Two 4:48
04. Duet Three 3:37
05. Duet Four 2:16
06. Duet Five 1:31
07. Duet Six 10:43
08. Duet Seven 2:30
09. Duet Eight 3:34
10. Duet Nine 2:48
11. Trio Three 3:35
12. Trio Two 22:36
Link:
Sergio Armaroli
Giancarlo Schiaffini
Harri Sjöström