ROBERTO OTTAVIANO | Resonance & Rhapsodies

ROBERTO OTTAVIANO
Resonance & Rhapsodies
Dodicilune Records
2020

Pluripremiato e incensato a ragione, Resonance & Rhapsodies” è stato tra i migliori ascolti dell’anno scorso in ambito internazionale. Affanni e impegni (tutt’ora pressanti) mi hanno impedito di scriverne in modo tempestivo nel periodo cui fu pubblicato. Pertanto mi sembra necessario riparare e spendere qualche riga sui gran risultati che Roberto Ottaviano ha saputo conseguire con quest’opera che resterà sicuramente tra le pietre miliari del genere per ancora molti anni a venire. Da sempre formidabile catalizzatore di menti e idee, il sassofonista e compositore pugliese ha fissato in questo titanico doppio album un po’ la summa di quanto seminato e raccolto nel corso dei precedenti ed altrettanto ispiratissimi “Sideralis” (2017) ed “Eternal Love” (2018).

 

La spina dorsale che sorreggeva quei due lavori era basata sulla scelta di influssi, ritrovamenti e avventurose ricerche nel solco di un suono ora arcaico e introspettivo ora estroverso e cosmico, in ogni caso sempre impreziosito da un’abbacinante spiritualità. Nel caso di “Resonance & Rhapsodies” Ottaviano si spinge oltre, spariglia le carte e rimodula la formazione del quintetto artefice di Eternal Love” in versione “extended”: un ottetto d’estrazione intercontinentale in cui la doppia valenza strumentale della sezione ritmica, armonica e tonale erige una poderosa Babele espressiva atta a sondare e sollecitare una vastissima gamma di soluzioni e registri.

Altra differenza che, rispetto al passato, investe il contenuto dei due dischi – complementari tra loro nell’offrire un suono audace e al contempo elegante, felicemente ondivago tra passato e presente – è la priorità ascritta alle composizioni originali. I sette brani che costituiscono la scaletta di “Resonance” scaturiscono tutti dalla penna del sopranista mentre per quanto riguarda i nove di “Rhapsodies” quattro sono del leader, i restanti provvisti singolarmente da Marco Colonna, Giorgio Pacorig, Giovanni Maier e Zeno De Rossi, ad eccezione del festoso traditional Yoruba Ijo Ki Mba Jo.

La dedica dell’opera allo scomparso amico Keith Tippett è indicativa della concezione ecumenica e di confronto-incontro che da sempre caratterizza la carriera e la produzione di Otttaviano. “Resonance & Rhapsodies” è un documento che ancora una volta testimonia perfettamente tale indole vincente. La scelta di affidarsi alla maestria tecnicamente polivalente di Alexander Hawkins e Hamid Drake casca a pennello nel duplice intento di donare fantasia e consistenza al gioco di squadra con gli italiani titolari del primo disco.

Qui si ha modo di toccare con mano la perfetta coesione e complicità dei vari tandem. Quello di Ottaviano e Colonna spicca per rigore, senso del dialogo e inventiva soprattutto in Promises, Homo Sum e Ad Astra. La propulsione acida e trascinante in chiave electric jazz di Resonance mette le ali a quelli composti da Hawkins-Pacorig e Drake-De Rossi mentre l’ipnotica e interstellare Omumua deve gran parte del suo fascino ai gravi ricami delle corde di Maier e Gallo. L’ascolto del repertorio getta, comunque, improvvisi e molteplici occhi di bue un po’ ovunque tra le fila dell’ensemble, spostando il focus da uno strumento all’altro in modo repentino, come nel caso dell’anarchica eppur danzabile parte finale di Dedalus.

Altrettanto efficace nell’andare a segno è il programma del secondo disco. Qui la fanno da padrone soprattutto le dediche e gli amori personali di ciascun componente del quintetto (Adelante, Mad For Misha, Monkonious, For The Masters, Violeta, Villaraspa), numeri che mettono in pista soluzioni e strategie espressive (dialoghi a due e più voci, sortite individuali e momenti d’insieme) altamente sopraffine e godibili. In sostanza la peculiarità dei progetti guidati da Ottaviano è quella di dar vita ad un suono ricercato, articolato e complesso nelle dinamiche, senza farlo apparire tale. Dal lato di tale capacità si manifesta così l’equilibrio di un linguaggio poderoso nel creare ponti e incroci tra stili, epoche e rivoluzioni. Un jazz polimorfico e poliglotto com’è giusto che sia, fomentato da energia e poesia, coscienza e resistenza, libertà e spiritualità.

Voto: 9/10
Genere: Contemporary Jazz / Free / Creative Music

Musicisti:

Extended Love
Roberto Ottaviano – soprano sax
Marco Colonna – clarinets
Giorgio Pacorig – piano, keyboards
Alexander Hawkins – piano
Giovanni Maier – double bass
Danilo Gallo – double bass, acoustic bass
Zeno De Rossi – drums
Hamid Drake – drums

Eternal Love
Roberto Ottaviano – soprano sax
Marco Colonna – clarinets
Giorgio Pacorig – piano, keyboards
Giovanni Maier – double bass
Zeno De Rossi – drums

Tracklist:

CD1 Resonance
01. Promise
02. Revelation
03. Homo Sum
04. Dedalus
05. Omumua
06. Resonance
07. Ad Astra

CD2 Rhapsodies
01. Adelante
02. Ergonomic
03. Ijo Ki Mba Jo
04. Monkonious
05. Villaraspa
06. To The Masters
07. China Syndrome
08. Violeta
09. Mad For Misha

Link:
Dodicilune Edizioni Discografiche e Musicali