Comunicato Stampa
I suoni ancestrali del liuto rinascimentale e dell’arciliuto si miscelano a sintetizzatori e chitarre elettriche nel nuovo lavoro di Davide Mocini: “Suggestions”.
Le influenze che troviamo in “Suggestions” vanno tanto dal doveroso richiamo alla musica rinascimentale, al post-rock (fortemente presente grazie ai tappeti sonori delle chitarre elettriche e dei synth), fino al funk, alla musica classica, al folk e all’indie:
«Lo stile riproposto in “Suggestions” nasce sicuramente dai miei anni di studio del liuto rinascimentale, in conservatorio, e della chitarra jazz; ma anche da tutti i generi che ho avuto modo di ascoltare o di suonare, come la musica d’autore, il rock, la musica irlandese. Ho sempre ascoltato di tutto, ma gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente sono di sicuro Bill Frisell, i Beatles, i Pink Floyd e gran parte della musica rock e pop degli anni ‘60/’70; ma, naturalmente, hanno avuto grande influenza su di me anche i grandi liutisti rinascimentali e barocchi e i grandi compositori di musica classica come Bach, Beethoven ed i compositori moderni come Arvo Pärt e Ennio Morricone, solo per citarne alcuni».
Musicista eclettico (come liutista porta avanti un progetto solista e collabora con una miriade di orchestre e formazioni ed è session man sugli album di Esmeralda Sciascia, Filippo Gambetta, Luca Falomi e Tom Stearn), Davide Mocini torna con questo nuovo lavoro interamente suonato da lui:
«Questo ultimo lavoro è stato interamente suonato da me. In futuro spero di sperimentare nuove sonorità anche con una selettiva scelta di musicisti e strumenti che conferiscano carattere e timbriche differenti ai miei lavori, magari anche utilizzandoli in maniera non convenzionale: mi piace l’idea di fondere due estremi e accostare alla ricerca di sonorità antiche quelle più sperimentali e di avanguardia».
“Suggestions” è stato registrato in campagna, in completo isolamento, lontano dal chiasso e dalla vita frenetica della città, in un momento di introspezione e analisi:
«“Suggestions” nasce nel 2020 in un momento di isolamento forzato, in un particolare contesto storico che stiamo tutti vivendo. Tutti gli aspetti scomodi di questa situazione mi hanno portato a un momento di introspezione e analisi. Da questa pausa, da questo silenzio obbligato, è nata l’esigenza di descrivere musicalmente la situazione in cui mi trovavo. Fortunatamente mi trovavo a scrivere musica in campagna, lontano dalla città. Vivo in un ambiente che accoglie l’ispirazione, piuttosto che ostacolarla, e mi aiuta a prendere distanza dal traffico e dal cemento. Il contatto con la natura e i suoi ritmi mi ha da sempre suggerito l’importanza del silenzio nella ricerca del mio suono. Non a caso il liuto è lo strumento principale delle mie composizioni. Ho sempre pensato all’epoca in cui veniva suonato come ad un particolare momento storico dove il rapporto tra musica e silenzio era molto diverso da oggi. Il suono del liuto nasce da questo silenzio, puro come le luci delle candele che illuminavano le case. Un’immagine ricorrente nella mia memoria che mi ha suggerito alcune delle atmosfere presenti nel disco era quella di un viaggio con mio padre a Manhattan, quando avevo 14 anni, in particolare una sua fotografia scattata nel cuore della Grande Mela. Mi ricordo di quanto fossi rimasto colpito dalla verticalità della città, dal cemento e dagli altissimi grattacieli: un contesto in cui non avrei mai voluto vivere. Non c’era un “passato” né un’idea di spazialità in tutta la città (se non nella visione dalla cima di qualche grattacielo). Tutto era costretto verso l’alto senza nessuna possibilità di contrappunto, nessuna “fuga”, solo una pesante armonia verticale. L’immagine che conservo teneramente nella mia memoria è descritta dalla fotografia: una piccola chiesa nel centro, forse uno degli edifici più antichi della città, nonostante la sua dimensione fosse proiettata nel suo passato e nel suo futuro più di tutto ciò che la circondasse. L’immagine che ho in mente, per nulla facile da rendere con una descrizione, è quella dello specchiarsi di questa chiesa nelle infinite vetrate del grattacielo di fronte. Esattamente nel punto in cui il grattacielo definiva il limite con il cielo, il riflesso della piccola chiesa superava lo skyline e seguiva la sua prospettiva. Nell’album “Suggestions” ho provato ad accostare il suono del liuto a quello dei sintetizzatori, come se con l’aiuto di suoni sintetici anche il mio strumento volesse cercare una prospettiva che superi i grattacieli di Manhattan e che aiuti l’ascoltatore a trovarsi oltre i tetti della propria visuale. Spero che questo possa accadere e che definisca il mio stile, e che chiunque ascolti questo disco si possa trovare bene dove si trova o scopra di essere altrove».
Mixato e masterizzato da Claudio Scozzafava, il lavoro è in uscita per Aventino Music, dopo l’incontro fra il musicista e il chief dell’etichetta al Midem Festival di Cannes.
“SUGGESTIONS” raccontato da DAVIDE MOCINI “TRACK-BY-TRACK”
“A little introduction”: melodia leggera e semplice suonata su un liuto rinascimentale con l’energia di una chitarra elettrica e il ritmo di una percussione.
“Across the galaxy”: atmosfera sospesa di un sintetizzatore; inaspettatamente, a questa atmosfera misteriosa subentra il suono di un liuto rinascimentale, e la nebbia si dirada.
“Let me tell you a story”: ballata romantica e rilassante suonata su un liuto rinascimentale e un arciliuto.
“Welcome to wonderland”: il ritmo positivo e incalzante è il protagonista di questa composizione per liuto, chitarra acustica e sintetizzatore.
“Conversation between two lutes and electric guitar”: intreccio ritmico. Dialogo tra due liuti rinascimentali con influenze funk. Il ritmo diventa protagonista concludendo la composizione con un assolo di chitarra elettrica.
“Go ahead”: composizione per chitarra dobro e liuto rinascimentale in stile folk e indie. Con un piccolo preludio che lascia spazio poco a poco al ritmo della chitarra.
“Secret gardens”: omaggio alla musica da film, colonne sonore e orchestrazioni cinematografiche. La chitarra dobro e il liuto si contrappongono e supportano il suono di un flauto dei nativi americani.
“Dancing fairies”: un momento di danza, una melodia spensierata creata da un liuto e buone vibrazioni da un sintetizzatore.
“Rozzy & Sacha”: composizione molto meditativa e rilassante, il suono del liuto racconta una storia mentre il sintetizzatore descrive l’immagine di una dolce cascata.
“A woman in the Castle”: composizione meditativa e rilassante. Un incontro tra il suono antico del liuto rinascimentale e la contaminazione di suoni moderni.
“Tears and lights”: è una ballata malinconica suonata con un liuto rinascimentale e una voce meditativa che accenna alla melodia. Di “Tears and lights” ne è uscita anche una versione diversa come singolo, con l’aggiunta di chitarra elettrica e sintetizzatore di sottofondo.
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