FRANÇOIS LANA trio | Cathédrale

FRANÇOIS LANA trio
Cathédrale
Leo records CD 884
2020

Ambizioso il titolo della più fresca operazione discografica del pianista François Lana, di cui vorremmo captare subito il dichiarato carattere “sacrale”, primariamente ravvisandovi le energie immani ed immanenti suggerite dall’ambizioso spirito di edificazione dei grandi sacrari europei ma, alquanto lungi dalle linee composte e dalle simmetrie architettoniche sfuggenti, la “materia” sonora della band in azione si disvela con energie concrete ed esposizione franca, ponendo subito in medias res l’esperienza dell’ascolto.

Aprendosi dunque nelle ardite inflessioni e nei picchi scintillanti dell’introduttiva Chaos Momentum, foriera di schiette energie, attingenti in spirito a forze primigenie, il discorso transita ed in apparenza si stempera verso l’espressione sghemba e l’ebbro spirito danzante dell’eccentrica Hillness, assumendo passo spedito e più assertivo corpo nella sfuggente, nervosa ma compatta Der Trum.

Di relativa incoerenza rispetto al proprio titolo, la fluida Divertissement è piuttosto uno dei più distillati passaggi in lirismo della sequenza, spendendosi piuttosto in sobrietà di mezzi ed intimismo, non mancante di riferimenti alla scrittura classica; bizzarria di passo e spirito grottesco nell’incedere monkiano di Black Socks, No Sugar, che vivifica senza necessità di ammodernamento alcuno la lunga ed influente scia del sommo Thelonious.

Magari più in carattere con il titolo, Weird Stuff articola il proprio mood urbano entro un temperato spirito interrogativo; le attese chopiniane di Nocturne s’incarnano nelle scintillazioni febbrili della mano destra, che impronta una progressione ritmica vigile e pétillante, introducendo la conclusiva ed eponima Cathédrale, esordiente in un misterico intro per svilupparsi con dramma entro una sorta di metafisica contemplazione. Il tutto, dipanando il pianismo concentrato ed immaginativo del titolare, adeguatamente servito dalla consistente fibra a note basse di Fabien Iannone così come dallo scultoreo drumming di Phelan Burgoyne, fungenti da legante rispettivamente tra il milieu elvetico e quello britannico.

L’album è insomma apprezzabile manifesto dell’attuale corso del pianista parigino François Lana, che ha preferito installarsi artisticamente sull’operosa scena di Zurigo, qui conducendo una testimoniale partecipazione alla “revisione” del piano trio, al cui riguardo si sarà notato come, più a ritroso del passato quindicennio, non sia stata certo esclusivo appannaggio di già storiche formazioni, tali Bad Plus o il disciolto e.s.t di Esbjorn Svensson; anzi è proprio entro il laboratorio dello “Swiss jazz” che si sono ravvisati operosi contributi alla de- e ri-strutturazione della formula, ma è piuttosto verso traiettorie ulteriori, e per molti versi personali, che muove la triade capitanata dal pianista. Questa è ospitata da una label già ampiamente investita su miliari identità del free statunitense quali Anthony Braxton o Art Ensemble of Chicago, nonché europee quali Evan Parker o Joëlle Léandre, e spesa anche in produzioni di artisti nostrani quali i collettivi di Enrico Fazio, Sergio Armaroli o il trio Swedish Mobilia; la britannica Leo records così ulteriormente diversifica il proprio roster, conferendo credito e rappresentazione ad un’entità dell’Euro-free non-velleitaria anzi motivata e progettuale.

Musicisti:

François Lana, pianoforte, synths
Fabien Iannone, contrabbasso
Phelan Burgoyne, batteria

Tracklist:

01. Chaos Momentum 3:43
02. Hillness (Tribute To Andrew) 5:09
03. Der Trum 3:46
04. Divertissement 3:49
05. Black Socks, No Sugar 4:15
06. Weird Stuff 7:01
07. Nocturne 4:12
08. Cathédrale 6:45

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François Lana