In tempi di isolamento forzato, come quelli che le circostanze impongono ultimamente a noi tutti, più si apprezza e si riconosce l’importanza della “connessione”.
Importanza, quest’ultima, che non poteva sfuggire ad un attento osservatore dei costumi e degli aspetti umanistici e culturali come Aldo Bagnoni, cultore di lettere e filosofia oltre che batterista e compositore barese, promotore di diverse iniziative culturali e direttore artistico di manifestazioni in ambito jazzistico.
Uno degli aspetti dell’”interconnessione” tra persone, tra artisti – quello che in ambito musicale è noto come “interplay” – è appunto ”l’affiatamento”, la capacità di produrre un brano o di interpretare una composizione con l’intesa “non verbale”, con una sorta di linguaggio comunicativo iper-sensoriale, particolarmente utile, se non addirittura imprescindibile, nell’improvvisazione jazzistica.
Ecco quindi come la scelta di Bagnoni, per realizzare questo album in cui esordisce nella veste di band leader, quasi tutto formato da sue composizioni originali, non poteva non cadere su un gruppo di raffinatissimi musicisti, suoi compagni di viaggio di vecchia data, che aveva già esordito nel 2019 al Festival di Roccella Ionica; Mauro Tre, pianista jazz e compositore con cui condivido la passione per Bill Evans e Michel Petrucciani, Emanuele Coluccia ai sassofoni e Giampaolo Laurentaci al contrabbasso. Tutti e tre affondano le radici in Salento, fanno quindi parte di quella fucina di talenti artistici che è la terra di Puglia, ma allungano ciascuno i propri rami verso esperienze variegate, chi in Europa chi verso gli States. Il progetto ha riscosso subito grande attenzione e gradimento negli ambienti musicali e, quasi miracolosamente dati i tempi, tra un lockdown e l’altro, è riuscito rapidamente ad approdare, lo scorso 15 ottobre, all’AlexanderPlatz Jazz Club di Roma per un evento live.
Il disco, di ascolto piacevole e vario, è frutto di una lunga e accurata ricerca di Bagnoni sul lavoro di composizione; moderno e contemporaneo esplora stili diversi, dal tango all’etnico, dal jazz melodico all’atonale.
Nella tessitura di Bagnoni ogni elemento ha un suo perché; This Is My Place è dedicato ai musicisti suoi accompagnatori per il fattivo contributo dato alla buona riuscita del progetto, Heart On A Mountain, un brano particolarmente struggente dedicato alla moglie MariaPia; Oral Culture è per celebrare proprio il sapere “non scritto”, proprio quella trasmissione della cultura e dell’espressione musicale che ha caratterizzato i primordi del jazz; Lipompo’s Just Arrived, rivisitazione di un brano popolare, è l’omaggio ai paesaggi e agli abitanti della Basilicata ma anche al grande contrabbassista Bruno Tommaso; The Dolmen And The Sea è dedicato alle bellezze di terra e di mare come alla durezza della sua terra madre Puglia. E così via, l’intero progetto The Connection è dedicato al concetto allargato di “connessione”, alla trasmissione di sentimenti ed esperienze, all’importanza dello scambio, della comunicazione e della riduzione, fino all’annullamento, delle distanze anche attraverso lo strumento della musica.
Musicisti:
Aldo Bagnoni – Drums, Voce recitante su track 10
Emanuele Coluccia – Sax Tenore e Soprano, Piano su track 10
Mauro Tre – Piano, Fender Rhodes, Synth
Giampaolo Laurentaci – Contrabbasso
Track List:
01. Clarabella
02. Cappello Eolico
03. This Is My Place
04. Eternal Returns
05. The Dolmen And The Sea
06. Heart On A Mountain
07. Oral Culture
08. Lipompo’s Just Arrived
09. What Was I Looking For
10. Clarabella (Epilogo)