ANGELO OLIVIERI | Other Colors

ANGELO OLIVIERI
Other Colors
AUT Records
2020

Ritornare ad ascoltare la tromba di Angelo Olivieri all’opera su un disco di tal genere procura gioia e stizza allo stesso tempo. Il godimento deriva dalla qualità alta ed equilibrata di un trombettista che ha sempre grandi idee da sfoderare. L’irritazione, invece, dal fatto che la visibilità concertistica di tale interprete è sempre stata esigua rispetto alla moltitudine di eventi e manifestazioni, diciamo anche di nicchia, sparse sul territorio nazionale.

Bene ha fatto un marchio lungimirante come la berlinese AUT di Davide Lorenzon a puntare su questo album dopo aver già investito su altri progetti e artisti non convenzionali di casa nostra. Sinceramente non ero a conoscenza che Olivieri fosse daltonico ma questa speciale forma di “outing” sostanziata tramite “Other Colors” fa riflettere su come un’anomalia, una disfunzione, possa acuire altre capacità mentali e sensoriali.

Ricercatore nella vita come nella musica, il trombettista d’origine toscana agguanta con “Other Colors” un felice compromesso tra melodia e sperimentazione, scrittura e sintesi. Se nei precedenti dischi e progetti d’inizio e metà carriera (nello specifico “Oidé”, “Nadir”, “Echoes”, “Caos Musique” “Harafe” e “If Not”) il terreno e il campo d’indagine erano quelli dell’improvvisazione e di una graffiante sintassi radical-avant, in tempi più recenti il focus espressivo ha lambito un linguaggio più vario e polisemantico, pungente e maggiormente diretto, in perfetta linea con le tendenze attuali di quella polimorfica idea della musica afroamericana nel suo vivace interscambio con elettronica e hip hop, funk e world music, rumore e ambient.

Rispetto a queste influenze e intenzioni “Other Colors” è, tuttavia, una creatura distante, ancorata ad una visione ibrida del canone jazzistico che polimerizza con affascinante efficacia spigolose atmosfere urbane e labirintiche strutture sorrette da un tema portante armonicamente sempre ben riconoscibile. A tali risultati Olivieri perviene grazie alle capacità tecniche di un quartetto da urlo che oltre al leader vede della partita il chitarrista Antonio Jasevoli, il bassista Lorenzo Feliciati e il veterano batterista statunitense Bruce Ditmas (per la serie: sapersi scegliere le mani che usano le bacchette in un certo modo).

Il fatto che su nove tracce due siano riletture dal repertorio di Carla Bley può forse ascriversi alla presenza di Ditmas e alla sua storica familiarità, vissuta in prima persona, con il songbook dell’artista canadese grazie alla partecipazione a diversi progetti discografici del rimpianto Paul Bley. Fatto sta che nessuno meglio di lui poteva instillare quella serpiginosa e frastagliata solidità ritmica che alberga nel cuore di Vashkar, composizione che apre le danze dell’album come meglio non si potrebbe. Qui la tromba di Olivieri è l’unico appiglio melodico, reiterato e ipnotico, di un’esecuzione progressivamente in crescendo, trasfigurata in modo acido e claustrofobico dal lavoro effettisticamente aspro e distorto di Jasevoli e dalla trance quasi patibolare del basso di Feliciati.

Segue For A Gentleman, brano tra i più belli della raccolta firmato da Olivieri. Cromaticamente sbilanciato sulle note blue, il motivo è impostato su due tempi diversi; lentamente circospetto e nostalgico nella prima parte; spigliato e guizzante nella seconda, laddove il fraseggio della tromba ha una valida sponda nelle invenzioni della sei corde, che squittisce e poi s’increspa in un grumo dissonante spazzato via da un vellutato assolo percussivo.

L’anima tecnicamente più libera e fantasiosa dell’opera risiede certamente nei tre brevi dialoghi che Olivieri instaura in chiave di duetto con ogni partner. Funambolico ed esplosivo quello con Ditmas, spettralmente lisergico e sperimentale quello insieme a Feliciati, elegante e a tratti visceralmente bluesy quello in coppia con Jasevoli.

Tra le cover sorprende la scelta e la presenza di The House Of The Rising Sun, temperata a fuoco lento dalla chitarra di Jasevoli fino alla comparsa in scena di Olivieri che assesta in modo struggente la cifra del notissimo motivo. Elaborate in maniera altrettanto personale e interessante si rivelano anche Lonely Woman (in cui si rifulgono formidabili parti di batteria e chitarra elettrica) e Ida Lupino.

In chiave di ballad e di tenore più sentimentale, infine, il brano originale che intitola l’album, vetrina ideale per ammirare il pathos e l’interplay magico di un progetto tra i più ricercati e piacevoli messi ultimamente in piedi da Olivieri.


Voto: 8/10

Genere: Contemporary Jazz / Creative Music

 

Musicisti:

Angelo Olivieri, trumpet
Antonio Jasevoli, electric guitar, effects
Lorenzo Feliciati, electric bass, effects
Bruce Ditmas, drums

Tracklist:

01. Vashkar
02. For A Gentleman
03. Dialogue n.1
04. The House Of The Rising Sun
05. Other Colors
06. Dialogue n.2
07. Lonely Woman
08. Dialogue n.3
09. Ida Lupino

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Angelo Olivieri

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