MICHEL PORTAL QUARTET e LOUIS SCLAVIS: il Pomigliano Jazz Festival entra nel vivo con due giganti


La vita dei due musicisti protagonisti questa sera del terzo appuntamento del Pomigliano Jazz Festival 2011, potrebbe essere oggetto di un racconto cinematografico, la cui colonna sonora realizzata dagli stessi due artisti.



Michel Portal, francese di Bayonne, nato nel 1935, clarinettista, sassofonista e solista di bandoneon, e’ un inesauribile esploratore dell’improvvisazione ma anche un eccellente interprete di Mozart, Brahms, Schumann, Berg. Ha collaborato con Luciano Berio e Karlheinz Stockhausen; l’esecuzione come solista dei “Domaines” di Pierre Boulez costituisce sicuramente uno degli apici della sua carriera.


Alla fine degli anni ’60 Portal da il via alla scena free-jazz francese insieme a musicisti quali Francois Tusques, Bernard Vitet e Sunny Murray.


Dopo aver formato la New Phonic Art con Vink Globokar, Carlos Roque Alsina e Jean-Pierre Drouet, con lo scopo di sviluppare e di incoraggiare l’improvvisazione collettiva e l’esplorazione sonora, crea la Michel Portal Unit, una struttura che ospita musicisti europei ed americani che si incontrano per dar vita a materiale sonoro improvvisato.


Il polistrumentista d’oltralpe si cimenta anche con la scrittura per il cinema, ben documentata nel lavoro discografico del 1996 “Musiques de Cinemas” per l’etichetta Label Bleu.


Prima dell’inizio del nuovo millennio Portal stabilisce un intenso rapporto con gli Stati Uniti ed in particolare con la citta’ di Minneapolis, a cui dedica alcuni suoi dischi (“Minneapolis Tour Guide” del 2002, “Minneapolis We Insist!” sempre del 2002, “Dipping in Minneapolis” del 2003).


La musica di Michel Portal e’ nomade: dalla musica classica al jazz, dall’Europa all’America, all’Africa. Il suo intento e’ quello di attraversare luoghi, di conoscere persone.


Il suo ultimo lavoro “Bailador” per l’etichetta EmArcy, vede la partecipazione di musicisti straordinari come il trombettista Ambrose Akinmusire, il pianista Bojan Z, il bassista Scott Colley e il batterista Jack DeJohnette.


E a chi gli chiede se ha ancora senso oggi parlare di jazz, lui risponde: “Per me il jazz esiste come esempio, e’ come un albero genealogico, dal quale si puo’ cogliere cio’ di cui si ha bisogno. Sono contro la divisione in generi. Tutti i musicisti piu’ interessanti guardano avanti, ma senza rompere con il passato. Ho voglia di andare avanti, ma non e’ una cosa che puo’ venire dal nulla”.



Louis Sclavis, francese di Lione, nato nel 1953, clarinettista, finissimo interprete della musica improvvisata e della musica d’avanguardia, con un modo di suonare molto personale e soprattutto indipendente dal jazz americano. Tanto e’ che spesso Sclavis e’ preso ad esempio come icona del “non americanismo nel jazz”.


Nel 1982 forma Le Tour de France, gruppo che comprende sei musicisti provenienti da altrettante regioni della Francia.


Alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo Sclavis comincia una prolifica collaborazione con l’etichetta discografica tedesca ECM: “Rouge” (1991), “Les Violences de Rameau” (2001), “Louis Sclavis: Dans la nuit” (2002), “L’Imparfait des Langues” (2007).


Anch’egli come Michel Portal si dedica alla composizione di musiche per film e per documentari.


Nel 2004 sempre la ECM pubblica “Napoli’s Walls”. Sclavis registra una serie di brani basati sulla storia e sulla cultura di Napoli, cosi’ come interpretate dai lavori dell’artista francese Ernest Pignon-Ernest, che vive e lavora per qualche anno nella citta’ partenopea.


Il concerto di questa sera, che si svolgera’ al Parco Pubblico di Pomigliano d’Arco, vedra’ dunque sulla scena il quartetto di Michel Portal: al contrabbasso Bruno Chevillon, alla batteria Eric Echampard e ospite d’eccezione ai clarinetti Louis Sclavis.



La collaborazione fra Michel Portal e Louis Sclavis risale alla fine degli anni ’60 dello scorso secolo e, nel corso del tempo, passo dopo passo, secondo un processo che gli stessi due musicisti hanno descritto come “tre’s douloureux” e’ riuscita ad integrare alle sonorita’ del jazz d’avanguardia quelle dell’Africa, di diverse tradizioni popolari europee e del mondo delle canzoni.



La musica che proporra’ lo “speciale” quartetto ruotera’ dunque intorno a due universi musicali all’apparenza lontani. Da un lato l’estasi di una poliritmia che rimanda all’Africa e dall’altro il corso di melodie suadenti, piene di un lirismo che richiama alla memoria Debussy e Ravel.


Il piacere quindi di poter assistere a creazioni musicali che proietteranno il Pomigliano Jazz Festival in un complesso universo sonoro, caratterizzato da note provenienti da ogni angolo del pianeta.



Sicuramente da non perdere!


Venerdi’ 9 settembre, ore: 22.15


Parco Pubblico – Pomigliano dArco, Napoli


 


La foto e’ di Daniele Molajoli