L’estate per molti e’ tempo di villeggiature, per i piu’ tempo di riposo e di sollazzo, per alcuni tempo di letture, per qualcuno anche tempo di viaggi ed esplorazioni. Ecco dunque alcuni suggerimenti per avventurarsi alla ricerca di territori (musicali e umani) insoliti e senza dubbio poco frequentati dalle chiassose masse vacanziere.
AA.VV: Music Explorer – Classic India [National Geographic – Sony Music (2005)]
Partiamo da lontano. India. India Classica. Per capirci non quella dei santoni, degli hippies, dei presi bene in cerca dell’Eden, ma quella degli indiani, quella che sfugge alle vaghe promesse occidentali e porta invece con se’ storia, tradizione, saggezza antiche. National Geographic ha dato vita ad una collana, “Music Explorer”, in cui troviamo un bel CD, Classical India, che puo’ fare al caso nostro. Un’antologia di nove pezzi della musica classica indiana per sitar e non solo, i grandi maestri, Ravi Shankar, Ustad Vilayat Khan, Ustad Shamim Ahmed Khan, Ustad Abdul Halim Jaffar Khan, Ustad Rais Khan, Pandit Nikhil Benerjee, raga classici delle migliori scuole tradizionali tradizione. Non fatevi impressionare dalla veste patinata, perche’ la scelta del repertorio e la loro qualita’ e’ ottima.
AA.VV: Music du Kirghizistan / Musique chre’tienne orthodoxe d’Ethiopie ‘Aqwaqwqm. Chants accompagne’s d’instruments et de gestuelle [Inedit, 2005]
Rimanendo in ambito tradizionale, come non suggerire una sosta nella Maison des Cultures du Monde di Parigi. Da li’ parte il mondo, o meglio, li’ arrivano schegge musicali del mondo, di quello che sfugge ai grandi schermi ed e’ ancora molto aderente alla madre terra. L’etichetta Inedit, collezione “Terrains”, diretta da Pierre Bois, fa al caso nostro. Presenta registrazioni di campo e permette quindi di avvicinarsi a territori musicali, umani, sociali inediti con quel riguardo che l’occhio e la sensibilita’ del turista di massa non hanno. Infatti, l’orecchio e il lavoro dell’etnomusicologo concedono quella leggerezza e lentezza proprie del viaggio, quello vero, quello che in fondo implica necessariamente il confronto con l’altro. Della ricca collezione, suggeriamo Music du Kirghizistan e Musique chre’tienne orthodoxe d’Ethiopie ‘Aqwaqwqm. Chants accompagne’s d’instruments et de gestuelle.
Si tratta di due terreni d’ascolto diversi, Etiopia e Kirghizistan, complessi, ma proprio per questo degni della massima attenzione. Nessun appiglio per chi vuole affogare lontano da tutto cio’ che e’ noto e da’ sicurezza, solo buon viaggio!
Csaba Klenyan: Dervish Dance [BMC, 2002]
Viaggio a meta’ tra la contemporaneita’ e un non precisato tempo antico, Dervish Dance dell’etichetta ungherese BMC, e’ un bel CD sponsorizzato dal Ministero della Cultura e dalla Casa della Cultura Ungherese. Undici tracce per esplorare figure dell’vanguardia ungherese, incarnata da Istvan Lang, Jozef Sari, Gergely Vajda, accanto a un Peter Eotvos che fa scuola nella sua Dervish Dance, il tutto interpretato dal clarinettista Csaba Klenyan e dai pianisti Gabor Csalog e Ildiko Cs. Nagy. Oriente? Occidente? Europa? Est? Perche’ l’Ungheria? Perche’ e’ un magnifico paese, vicino all’Italia, che fa poco parlare di se’, che andrebbe visitato e conosciuto molto piu’ di quanto non si faccia. Fa parte delle contraddizioni di questa Europa unita ancora tutta da esplorare, culturalmente parlando.
Montserrat Figueras/Jordi Savall/Arianna Savall/Ferran Savall/Pedro Estevan: Du temps eamp; de l’instant [Alia Vox, 2005]
Lasciamo le danze dei dervisci ungheresi contemporanei, per qualcosa di veramente etereo e a suo modo spirituale. Du temps et de l’instant per la splendida etichetta Alia Vox e’ un’antologia che presenta una scelta di brani “che ci toccano per la loro tenerezza e la loro bellezza, ma anche per la loro capacita’ di dialogo e d’armonia”. Musiche dei tempi, della memoria, musiche d’espressione e di comunicazione che fanno pensare ad una Spagna capace di unire in pacifica convivenza, cultura latina, romanza, cultura ebraica e cultura araba. Un repertorio che affonda al IX secolo, un viaggio all’indietro, in uno spazio di improvvisazione e tradizione, tra culture, civilta’, differenti contesti storici, musicali, linguistici. Perche’ il viaggio non si deve piegare alla banalita’, non deve lasciarsi abbindolare dal suo lato piu’ mercantile e vile di sfruttamento dell’altro, deve al contrario mettere ciascuno nelle vesti dell’ascoltatore e del dialogante, con rispetto e discrezione. Tutto va colto, “nel tempo e nell’istante”…
Addio terraferma!
Links:
BMC Records: www.bmcrecords.hu
Inedit – Meison des Cultures du Monde: www.mcm.asso.fr