CAT POWER / FRIDA HYV

Il cantautorato rock, folk e pop del panorama indie e’ sempre piu’ femmina, segno che l’altra meta’ del cielo ha conquistato in questo ambito risultati, attenzioni e onori di assoluto rilievo, pari e in taluni casi superiori ai modelli maschili dominanti. Una carrellata su alcuni nomi e dischi recentemente pubblicati, tra campionesse e nuove promesse.


 


 





ESSIE JAIN: The Inbetween


Leaf Records (2008) – distr. Goodfellas


Voto: 7/10


 










Lei viene da Londra ma da alcuni anni ha messo le tende a New York. The Inbetween e’ il suo secondo lavoro e segue la ristampa primaverile del disco d’esordio We Made This Ourselves, originariamente pubblicato lo scorso anno. Nel suo background ci sono studi classici di piano e violoncello, il che spiega l’originalita’ di una proposta che mescola in parti uguali influenze colte, armonie cameristiche in formato tascabile e suggestioni popular-folk anni Sessanta-Settanta, il tutto accompagnato da una vocalita’ fragilmente tersa ma adulta nel tono. Eavesdrop, I Ask You, Please, Weight Off Me, You oppure Goodbye sono piccole gemme acustiche che parlano direttamente al cuore tramite un lirismo soave e minimale, canzoni in cui, tra pubblico e privato, Essie Jain si racconta con disarmante onesta’, muovendosi sicura tra la delicatezza del piano e il candore di uno strumento ad arco. Altre tracce quali Here We Go, Do It, Not Yours e la cabarettistica The Rights rilanciano invece una vivace contemporaneita’ indie-pop, contrappuntata da fiati, batteria e una chitarra ora elettrica ora acustica. Un bel disco da parte di un’interprete preparata e sicuramente interessante, suscettibile di raggiungere nel prossimo futuro traguardi e livelli ancora piu’ alti.


 





KIMYA DAWSON: Alphabutt


K Records (2008) – distr. Goodfellas


Voto: 7,5/10


 











Indimenticabile da teenager quando con Adam Green faceva parte dei newyorkesi Moldy Peaches, Kimya Dawson e’ adesso una felice mamma stabilitasi con la famiglia in quel di Olympia. Alphabutt e’ il suo sesto album solista, una faccenda deliziosa e poco allineata (in perfetta sintonia con il personaggio) trattandosi di “children music”, ossia autentiche canzoncine composte per bambini. Filastrocche a bassissima fedelta’ in salsa pop e anti-folk che sprizzano la giovialita’ e la genialita’ della penna di Kimya, sostenuta da un trio (tra cui il marito Angelo Spencer e l’ex batterista dei Primus, Brian Mantia) e da un quartetto di infanti ai cori e ai backing vocals. Il clima e’ tenero e surreale come quello che si puo’ respirare in una prima classe elementare, dove il timbro morbido e fanciullesco della Dawson sciorina strofe che raccontano di affetti familiari, lettere, parti del corpo, pupazzi e animali. Ventisette minuti di sublime candore e singolare fiuto per la melodia, nel segno di una naturale vocazione per la sorpresa e di un creativo riciclaggio dell’ovvio.


 





FRIDA HYV