Arto Lindsay, americano di nascita ma naturalizzato brasiliano, rappresenta un modo decisamente diverso ed inusuale di conciliare linee stilistiche ed elementi culturali anche molto differenti tra loro.
Ha saputo creare un proprio stile originale ed inconfondibile raccogliendo le sonorita’ derivate dal jazz dei filoni nordamericani, conciliando le culture musicali brasiliane – quella popolare delle origini con quella della bossa e del jazz, scaturite dalla rivoluzione promossa da Jobim alla fine degli anni ’50 – le sue trovate originali ed il modo del tutto personale con cui suona la chitarra, il modello di assoluta essenzialita’ del suo modo di cantare. Che incarna il cantante di bossa nova da manuale, paradossalmente rispecchiato anche nell’essenzialita’ del suo aspetto fisico.
Insomma, un complesso e sorprendente sperimentatore com’e’ confermato, semmai ce ne fosse bisogno, dal fatto che un suo produttore della prima ora fu quel tale Brian Eno, noto per il rigoroso anticonformismo dei suoi interessi.
Le attenzioni artistiche giovanili di Lindsay, prima di approdare prevalentemente sul dominio musicale, hanno spaziato tra le arti visuali e la scrittura, costruendo nel suo bagaglio espressivo le fondamenta di un artista completo e sfaccettato.
Tra gli interessi e collaborazioni in campo artistico-visuale spicca la collaborazione con l’artista canadese Rodney Graham nella parte musicale di un’installazione in una galleria di New York.
E sono neppure mancate sue apparizioni, in veste di attore, in produzioni cinematografiche anche di grande successo, come in Cercasi Susan Disperatamente, oppure come chitarrista nel film sugli artisti di strada Downtown 81.
Lindsay non ha comunque disdegnato di confrontarsi, nelle sue composizioni, con i canoni classici della musica Brasiliana, firmando collaborazioni con Marisa Monte, Caetano Veloso, Gal Costa, Tom Ze’ e molti altri, come col punk-jazz dei Lounge Lizards, oppure con elementi di musica elettronica.
Non meraviglia quindi certamente incontrarlo al Pomigliano Jazz Festival, accompagnato dal percussionista Marivaldo, ospite dell’Orchestra Napoletana di Jazz, al fianco del Maestro Mario Raja, confrontarsi con personaggi profondamente diversi come Raiz e Martux-M, alla ricerca del modo di realizzare nuove esperienze e suscitare nuove emozioni. E’ venuto da Bahia a Napoli per partecipare al progetto intitolato Da Napoli a Bahia… per cos’altro, senno?