SYNDONE | La Bella e’ la Bestia

Syndone
La Bella e’ la Bestia
AMS/BTF
2012


La Bella e’ la Bestia e’ il nuovo concept-album della new prog band torinese. Il rock sinfonico caratterizza tale fatica discografica dei Syndone, tornati nel 2010 dopo anni di silenzio. Il compositore e tastierista Nik Comoglio ha infatti riunito il gruppo che due anni fa ha inciso Melapesante e che stavolta ha pubblicato un nuovo cd dal titolo appunto di La Bella e’ la Bestia: tale lavoro e’ piu’ propriamente un concept-album ideato da Riccardo Ruggeri, incentrato sul simbolismo della fiaba di Beaumont del 1756 e aperto a varie interpretazioni e suggestioni. L’attuale formazione, in trio come negli anni ’90, segna un altro ritorno alle origini: Nik Comoglio (tastiere), Riccardo Ruggeri (voci e concept) e Francesco Pinetti (marimba, vibrafono, percussioni) compongono infatti l’organico base che ha orchestrato il lavoro, creando lo sfondo adatto ai diversi personaggi interpretati dal vocalist. I tre si avvalgono inoltre di numerosi ospiti, comprese sezioni di violoncelli e fiati, nonche’ dell’Orchestra Filarmonica di Torino che impreziosiscono La Bella e’ la Bestia, rendendola un’opera di rock progressivo moderno in perfetto equilibrio con le sonorita’ orchestrali. Tra gli ospiti spicca Ray Thomas, leggendario flautista e vocalist degli indimenticabili Moody Blues, il quale ha suonato il flauto traverso in due brani, “Tu non sei qui” e “Orribile mia forma”.



 


Difficile soffermarsi su uno o piu’ pezzi in modo particolare nell’ascolto di La Bella e’ la Bestia, proprio perche’ ognuno di essi e’ collegato all’altro; i Syndone hanno riletto la fiaba in chiave moderna, descrivendo tutti i principali aspetti dell’uomo di oggi attraverso i protagonisti presenti nei vari brani e che piu’ precisamente sono: Bella, la Bestia, il padre di Bella, le sorelle di Bella, la Rosa e il Narratore. E’ importante l’uso della voce da parte di Riccardo Ruggeri, il quale non solo rispetta le sonorita’ progressive rock, ma assume toni teatrali certi nell’interpretazione dei vari personaggi: tutto cio’ accade ad esempio in Mercanti di gioia, ma anche nel rock di Complice carnefice. Dovendo indicare i pezzi principali del lavoro o quelli che colpiscono sin dal primo ascolto, e’ opportuno segnalare Rosa recisa, per l’arrangiamento delicato impreziosito dal dialogo tra Bestia e Padre, cosi’ come la strumentale La ruota della fortuna, che quasi sul finire anticipa in modo elegante e allo stesso tempo determinato Il canto della rosa, pezzo finale nel quale la Rosa stessa rimane unica osservatrice