Akira Sakata And Chikamorachi
Friendly Pants
Family Vineyard Records
2009
Volete un disco bomba? Un disco “free” capace di stregarvi e sorprendervi dalla prima all’ultima nota? Allora Friendly Pants e’ quello che fa al caso vostro. Un album da desiderare e avere per due principali motivi. Il primo e’ che grazie a questo titolo molti di voi scopriranno finalmente la classe tecnica e la potenza d’emissione di Akira Sakata, sessantacinquenne sassofonista originario di Hiroshima, nome ancora troppo poco conosciuto sia in Europa che negli Stati Uniti ma personaggio di culto nella scena free avant-jazz del Sol Levante sin dalla fine degli anni Sessanta.
Il secondo concerne l’adrenalina e il perfetto interplay veicolati dal progetto Chikamorachi, messo in piedi nel 2005 dal veterano sassofonista nipponico con la complicita’ dell’onnipresente chitarrista Jim O’Rourke, del batterista Manabu Sakata e di due giovanissimi talenti statunitensi quali il contrabbassista Darin Gray e il batterista Chris Corsano. A tale quintetto sono intestati due album d’importazione giapponese – Tetrodotoxin del 2005 ed Explosion del 2006, entrambi targati JPL – mentre ad un trio (il leader, con Gray e Corsano) si deve il presente Friendly Pants, recente ristampa da parte della benemerita Family Vineyard di una registrazione in studio originariamente pubblicata nel 2007 dalla Shakaijin Records (etichetta privata di Mr. O’Rourke), nonche’ primo titolo discografico di Akira Sakata agevolmente disponibile sul mercato americano e su quello internazionale.
Se nel carattere e nel frequente ricorso agli sheets of sound il contralto di Sakata riflette e interiorizza in modo personale la visceralita’ di Albert Ayler e l’intensita’ sulfurea di Pharoah Sanders, nella sua lancinante veemenza riesce qui persino a rievocare le sovrumane performance del leggendario (ma sempre irrangiungibile) Kaoru Abe e del suo odierno seguace Masayoshi Urabe. Sakata e’ comunque uno strumentista assai duttile e versatile, a suo agio tanto con i linguaggi piu’ impervi, contemporanei e sperimentali quanto con le espressioni piu’ classiche e conservatrici del canone jazzistico.
Quest’ultima dote la si puo’ apprezzare nell’iniziale title track, dove, seppur tirato nel crescendo impresso dalla sezione ritmica, l’approccio di Sakata e’ essenzialmente lirico e pulito. In Un, peraltro, vige un sofferto clima bluesy, che lentamente gira attorno a splendide armonizzazioni in chiave free e post bop. A partire dal terzo brano, In Case, Let’s Go To Galaxy, entrano invece in gioco effetti esplosivi e numeri strumentali acrobaticamente convulsi. La voce di Sakata si confonde con l’urlo, fraseggia e melodizza a velocita’ impressionante, con stupendi “solo” in legato seminati nell’incredibile marasma di corde, cimbali, tamburi e rullanti armeggiati da Gray e Corsano.
Il pathos cresce inarrestabile nella bellissima That Day Of Rain, in cui le staffilate e le invenzioni ritmico-percussive di Chris Corsano reggono un supersonico dialogo con l’anziano samurai, mentre nella momentanea tregua e rilassatezza di With Saigyo Path e’ il contrabbasso di Darin Gray che interloquisce in modo esclusivo con l’acuto lirismo del contralto, rilasciandogli attorno contrappunti elegantemente gravi e materici. L’epilogo e’ invece affidato alla pura improvvisazione collettiva di Yo! Yo! Dime, dieci minuti di free d’alta scuola ornettiana e coltraniana in cui la classe tecnica del trio rasenta la piu’ assoluta maestria, lucida ed efficace negli assalti fulminei come pure nei toni carichi e sfrangiati richiesti dal contesto.
Voto: 8/10
Genere: Free-Impro
Musicisti:
Akira Sakata – alto sax
Darin Gray – double bass
Chris Corsano – drums
Brani:
01. Friendly Pants
02. Un
03. In Case, Let’s Go To Galaxy
04. That Day Of Rain
05. With Saigyo Path
06. Yo! Yo! Dime
Links:
Akira Sakata: www.warabi.ne.jp/~daphnia-pulex/
Family Vineyard Records: www.family-vineyard.com