David S. Ware New Quartet
Shakti
AUM Fidelity - distr. Goodfellas
2009
Incredibile ma vero, al suo ventitreesimo album da leader David S. Ware trova la forza e la lucidita’ per imprimere una svolta esteticamente rilevante a una carriera quarantennale lastricata di diamanti, tra esperienze, incontri e progetti ormai ascrivibili all’epica storica del free post coltraniano e ayleriano. In tal senso la sua influenza e originalita’ sono radicate non solo nella rivoluzionaria stagione del “Loft Jazz” newyorkese ma anche e principalmente nelle gesta del quartetto da lui fondato all’alba degli anni Novanta, leggendaria formazione del free contemporaneo che il grande tenorista ha sapientemente utilizzato nella duplice funzione di laboratorio d’idee e batteria d’allevamento. Matthew Shipp, William Parker, Susie Ibarra e Guillermo E. Brown erano, infatti, i giovani talenti di ieri diventati oggi autentici master e specialisti dello strumento proprio in virtu’ dell’esperienza condotta tra i ranghi di quella magica e formidabile band, per caratura tecnica, continuita’ e qualita’ di risultati pari solo al quartetto Masada di Zorn nello scenario newyorkese degli ultimi vent’anni. Ad un paio d’anni dallo scioglimento di quel progetto (archiviato con la pubblicazione, nel 2007, dell’album Renunciation), il sassofonista inaugura adesso ufficialmente con Shakti i lavori di un nuovo quartetto, aggiornato con un paio di nuovi collaboratori e collateralmente rivisto dal punto di vista strumentale con la chitarra elettrica di Joe Morris al posto del piano di Matthew Shipp. Altra new entry e’ il veterano batterista Warren Smith, che con la sua esperienza e diversificata gamma di percussioni affianca alla grande il riconfermato William Parker. La cura per i dettagli e le parti strumentali si lega in quest’opera a un senso di misura e controllo generale che consente a Ware e soci un fine lavoro di contrappunto e stravolgimento improvvisativo su temi melodici sovente immediati e orecchiabili, come si puo’ facilmente notare in Crossing Samsara, Reflection e nell’estesa Nataraj. La sensibilita’ moderna e il taglio spirituale-trascendentale delle composizioni (esplorati e ben tradotti nelle tre variazioni di Shatki) si legano a un’esposizione sonora carica di pathos e di energia, anche se meno incendiaria e aggressiva (con l’eccezione della gia’ citata Nataraj) se la si confronta con le prove del vecchio quartetto. Ware ha sul tenore una voce elastica e calda, spinge i suoi assolo modulando tra la lacerazione del blues e l’impetuosita’ del free, tra il lirismo della tradizione e l’ebrezza della libera improvvisazione. Degna di rilevanza la prestazione di Morris. La febbrile leggerezza del suo stile richiama la lezione di Jim Hall e sia come accompagnatore sia come solista si erge ovunque tecnicamente superbo e vincente. Parker e Smith si ascoltano e provocano con grande maestria, e se il walking denso e legnoso del contrabbassista diffonde brillantemente il grave suono delle radici, al contrario, la cascata di accenti e timbri prodotti dal batterista con piatti e tamburi si evidenzia mediante una solidita’ ritmica continuamente sincopata e realisticamente moderna. Con Shakti la nuova avventura di David S. Ware non poteva avere inizio migliore.
Voto: 7,5/10
Genere: Free Jazz
Musicisti:
David S. Ware – tenor sax, kalimba
Joe Morris – guitar
William Parker – doublebass
Warren Smith – drums, percussion
Brani:
01. Crossing Samsara
02. Nataraj
03. Reflection
04. Namah
05. Antidromic
06. Shakti: Dourga, Devi, Kali
Links:
David S. Ware: www.davidsware.com
AUM Fidelity Records: www.aumfidelity.com