DIEGO MORENO | TangoScugnizzo

Diego Moreno
TangoScugnizzo

2008

All’inizio del secolo scorso il fenomeno emigrazione aveva portato moltissimi italiani, e tra essi molti napoletani, verso le terre sconfinate del nuovo continente, e quindi anche in Argentina.


Oggi, grazie ad un flusso al contrario, Diego Moreno, si e’ trasferito dall’Argentina a Napoli e, col tempo, ha acquisito le sfumature culturali, ha colto gli aspetti positivi ed ha saputo valorizzare i contenuti umani che, sebbene talvolta molto ben celati, sono ancora faticosamente riscontrabili nel complesso, articolato e misterioso melting pot della napoletanita’. Per primo l’amico Enzo Decaro, con una felice profezia, l’aveva ribattezzato “Tanghizzo, un pò tango e un pò scugnizzo”. Diego Moreno e’ dunque un singolare scugnizzo argentino nato e vissuto per circa vent’anni a Mar del Plata, e per altri vent’anni a Napoli e che, come chiunque abbia fatto della musica la sua ragione di vita, non ha potuto non rimanere stregato dall’essenza della grande tradizione della musica e della canzone napoletana, quella vera di Ernesto De Curtis e di Renato Carosone, quella classica di Edoardo Nicolardi e di Libero Bovio.



Questo TangoScugnizzo e’ quindi un’evoluzione naturale e spontanea nel percorso artistico di Moreno – che e’ biografo nonche’ uno dei maggiori conoscitori ed interprete della musica di Carlos Gardel, il profeta del tango argentino – consistita nel ritagliare e nel sovrapporre un originale collages, nel gemellare e nell’accostare con gusto e sobrieta’, nel coniugare e nel trasferire con la passione sanguigna e quel pizzico di caparbieta’ che accomuna napoletani ed argentini, per riscoprire infine una “fusione” tra due culture, di fatto gia’ trovata e persa dai tempi delle grandi emigrazioni.


Cosi’, tra una Maruzzella, omaggio al grande Renato Carosone, ed una Munasterio ‘e Santa Chiara, che per l’occasione parla in argentino, sembra di tornare a respirare la sottile malinconia che aleggiava nei lunghi viaggi in nave o nei sobborghi di Buenos Aires, frequentati dagli emigranti, oppure l’aria scanzonata che si doveva respirare all’inizio del ‘900 nei cafe’ chantant, nei cabaret, nei locali di avanspettacolo e nei ritrovi culturali di Napoli, come il Salone Margherita ed il Gran Caffe’ Gambrinus. L’abilita’ di Moreno e di rendere a queste canzoni la loro atmosfera senza tempo, come fossero state scritte apposta per essere interpretate cosi’. Tra un classico e l’altro della canzone napoletana, tra Tu Si Na Cosa Grande, Voce ‘e Notte e Reginella, troviamo qualche brano originale, come Se’ oppure El Dia Que Me Quieras, che si napoletanizza e diventa Si Tu Nun Me Vuò Bene – uno dei brani meglio riusciti – introdotto dalla recitazione dell’amico Decaro, e che poi ritroviamo riproposto in versione originale nella bonus track, e ancora Volver, che si stempera nel finale di Torna a Sorriento.


Sembra quasi di vedere i passi nervosi dei tanghe’ri, marcati dalle perifrasi del basso di Corrado Calignano e dagli stacchi sul rullante di Davide Ferrante, volare veloci e scattanti sugli accordi del piano di Giorgio Savarese, accompagnati dall’Orquestra Tipica del ’50 diretta da Claudio Corradini, in cui spiccano il bandoneon di Germa’n Gabaltos ed i violini di Juan Manuel Ribas e Juan Jaime Ribas.




Ma attenzione: dopo tanta inflazione di pseudo-musica pseudo-napoletana, talvolta di discutibilissimo gusto, sarebbe un errore gravissimo considerare questo TangoScugnizzo di Diego Moreno come un qualsiasi disco, l’ennesimo, di canzoni napoletane.


TangoScugnizzo e’ – sia ben chiaro – una vera e propria operazione culturale che e’ gia’ stata accolta con grandissimo favore, oltre che a Napoli, in Argentina, in buona parte del Sudamerica, a Miami, e’ stato riconosciuto progetto di interesse culturale dall’Ambasciata Argentina in Italia ed e’ stato molto apprezzato perfino a Cortina d’Ampezzo.


Un disco che sara’ certamente apprezzato dai cultori della buona musica, del bel canto e delle romantiche atmosfere perdute d’altri tempi.




Musicisti:


Giorgio Savarese – piano


Corrado Calignano – basso


Davide Ferrante – batteria


Gianluca “Xango” Salerno – percussioni


Orquestra tipica del ’50 diretta da Claudio Corradini



Brani:


01 – Maruzzella


02 – Se’


03 – Si Tu Nun Me Vuò Bene (El Dia Que Me Quieras)


04 – Munasterio ‘E Santa Chiara 


05 – Soledad


06 – Su S’i ‘Na Cosa Grande


07 – Por Una Cabeza


08 – Voce ‘E Notte


09 – Muneca


10 – Reginella


11 – Y No Me Interessa


12 – Volver


13 – (Bonus Track) El Dia Que Me Quieras





Info:


Web: http://www.diegomoreno.net/scugnizzoit.htm


Web: www.diegomoreno.net


MySpace: www.myspace.com/diegomoreno69