DAVID GRUBBS | An Optimist Notes The Dusk

David Grubbs
An Optimist Notes The Dusk
Drag City - distr. Self
2008


Tra le piu’ eclettiche e rilevanti personalita’ musicali degli anni Novanta, David Grubbs e’ oggi un impegnato intellettuale (assistente e docente di arti sonore e mediatiche in un paio di importanti istituti universitari di Brooklyn), produttore-discografico (con la label privata Blue Chopsticks) e un musicista-compositore impelagato un pò dappertutto (collaborazioni, colonne sonore e piccoli progetti domestici), tornato finalmente a cimentarsi con una nuova produzione solista a distanza di quattro anni dall’ultimo A Guess At The Riddle. È un Grubbs austero e trascendentale quello di An Optimist Notes The Dusk, piegato e concentrato su un registro rock e cantautorale espressivamente rilassato, minimale e a tratti cupo (come pure il titolo del disco lascia presagire). L’iniziale Gethsemani Night si radica su una voce narrativa e una chitarra dalle note lunghe e sospese, una sorta di requiem catartico dalle opache sembianze folk, appeso al suono acidulo e soffuso della tromba di Nate Wooley. Dinamiche piu’ “art ambient rock” sembrano invece guidare An Optimist Declines, con Grubbs che canta in modo pacato e distaccato, mentre imprime chitarristicamente lo sviluppo del pezzo con accordi ampi e fraseggi riverberati, accompagnato dalla batteria puntillistica di Michael Evans e da un bordone d’organo che verso la fine affiora in modo ipnotico ed elegiaco. Holy Fool Music e’ un rock scabro ma movimentato, con la chitarra elettrica che fa ancora coppia con la batteria, mentre Storm Sequence e’ uno strumentale che vive sui toni timbrici della sei corde ancor piu’ introversi e meditativi. Dedicata all’importante fotografo e ottico americano Ralph Eugene Meatyard, Eyeglasses Of Kentucky e’ un’acustica melodia post-folk che ricolloca il Nostro tra le lande della natia Louisville, segnata da una chitarra primitivista e faheyana che a tratti assume il timbro di un banjo. L’epilogo e’ invece appannaggio di The Not-So Distant, un esercizio squisitamente sperimentale sotto forma di un’estesa “drone-ambient” piece in cui organo, percussioni, feedback di chitarra e tromba si presentano in un altalenante e rarefatto gioco di criptiche atmosfere e radiazioni che rimandano alle note passioni del Nostro (John Cage e Tony Conrad). Un disco cromaticamente notturno, ascetico e cerebrale, An Optimist Notes The Dusk, in certi frangenti vicino all’intensita’ tetra e al suono dolente e scarnificato del Lou Reed di Magic And Loss. In ogni caso un bel ritorno a sonorita’ melodicamente oblique, un passo nel vuoto (come David Grubbs definisce la sua nuova impresa), in bilico tra sperimentazione, folk e art rock.


 


 




Voto: 7,5/10


Genere: Experimental Rock / Songwriting, Post Folk


 


 




Musicisti:


David Grubbs –  vocals, guitar, keyboards, organ


Nate Wooley – muted trumpet


Michael Evans – drums, percussions


 


 




Brani:


01. Gethsemani Night


02. An Optimist Declines


03. Holy Fool Music


04. Storm Sequence


05. Eyeglasses Of Kentucky


06. The Not-So Distant


 




Links:


David Grubbs: www.myspace.com/davidgrubbsbluechopsticks


Drag City Records: www.dragcity.com