WOVEN HAND | Ten Stones

Woven Hand
Ten Stones
Sounds Familyre - distr. Goodfellas
2008


Un unico lemma, Wovehand, quasi a marcare in modo simbolico il significato delle mani congiunte in preghiera. Ritorna con Ten Stones il rock biblico e tenebroso dei Woven Hand di David Eugene Edwards, dopo i grandissimimi e compianti 16 Horsepower, leader ormai di un progetto personale divenuto mano a mano, album dopo album, solida e compatta compagine. Una vera e propria resurrezione artistica, quella di Edwards, che seppur ai margini del culto svetta in modo indiscutibile nel panorama odierno del cantautorato e del rock indipendente americano. La sua visionaria poetica gospel-folk legata alle radici appalacchiane e sudiste si tinge con questo nuovo, quarto capitolo, di ardente elettricita’ rock, equilibrando il registro della ballata con pezzi dal ritmo serrato, segnati da mesmerici intrecci di chitarra elettrica ed acustica dal timbro immancabilmente febbrile, gotico e trascendentale. Con la partecipazione di Daniel Smith (membro dei Danielson e patron della Sounds Familyre) in sede di produzione, il superbo apporto di due splendidi chitarristi (Emil Nikolaisen dei Serena Maneesh e Peter Van Laerhoven) e dell’incisiva sezione ritmica formata da Ordy Garrisson e Pascal Humbert (anch’egli ex dei 16 Horsepower), la musica di Edwards e soci incarna e commenta lo scenario di un’America rurale e provinciale morbosamente afflitta da peccati originali come pure illuminata da salvifiche redenzioni. Sono parabole pubbliche e private quelle predicate da Mr. Edwards, sermoni snocciolati con tono magnetico e ascetico, un canto avvinto da un profondo senso di mistero che si muta in isterico ammonimento. La santita’ del gospel, l’identita’ storica della canzone popolare, la selvaggia modernita’ del rock e del punk, questi i tre cardini che legano i 16 Horsepower di ieri ai Woven Hand di oggi, portavoci di una classicita’ musicale, cinematografica e letteraria tutta americana ambientata tra laghi, fiumi, praterie, foreste, montagne, distese di granturco, tabacco e cotone, ghost town western e di frontiera, una vasta serie di temi, soggetti e scenografie cari a scrittori, musicisti e registi quali Jack London, William Faulkner, Thomas Pynchon, Cormac McCarthy, John Steinbeck, Johnny Cash, Nick Cave, Bob Dylan, Jeffrey Lee Pierce, John Ford, Arthur Penn, i fratelli Coen. Ma andando a bomba, la scaletta dell’album e’ un carosello di autentiche gemme: dal tribale pow-wow in mise post-punk di Kicking Bird al gospel distorto e salmodiante di White Knuckle Grip, dal clima epico e pioneristico delle rockeggianti The Beautiful Axe e Not One Stone alla bossanova tinta di noir dell’originale rendition di Quiet Nights Of Quiet Stars (Carlos Antonio Jobim), passando per scure ballad folk-rock, religiosamente sofferte e invasate, quali Horsetail, Cohawkin Road e Kingdom Of Ice fino al catartico motivo liturgico di His Loyal Love (marcato dalle armonie vocali in chiave gregoriana di Edwards e Elin. K. Smith), anticamera della dronica e ambientale enfasi strumentale di Ten Stone Drone, epilogo perfetto di un disco incredibilmente avvincente e solenne, evangelico nella sua allegoria rock di purgatorio, inferno e paradiso.


 


 




Voto: 8/10


Genere: Roots Indie Rock / Songwriting / Americana, Gothic Folk


 


 




Musicisti:


David Eugene Edwards – vocals, guitar, banjo, bandoneon, concertina


Peter Van Laerhoven – guitar


Pascal Humbert – bass, doublebass


Ordy Garrison – drums


Emil Nikolaisen – guitar


Elin K. Smith – vocals


 


 




Brani:


01. The Beautiful Axe


02. Horse Tail


03. Not One Stone


04. Cohawkin Road


05. Iron Feather


06. White Knuckle Grip


07. Quiet Nights Of Quiet Stars


08. Kicking Bird


09. Kingdom of Ice


10. His Loyal Love [feat. Elin K. Smith]


11. Ten Stone Drone


 




Links:


Woven Hand: www.myspace.com/wovenhand


Sounds Familyre Records: www.soundsfamilyre.com