Carla Marciano 4tet
A Strange Day
Black Saint - distr. IRD
2005
Si ritiene che abbia “estro artistico” chiunque arricchisca di creativita’, fant
E’ nata a Salerno, una terra fertile di talenti artistici e musicali, e quasi tutti gli artisti che gravitano attorno ai suoi lavori sono di origine e scuola salernitana “d.o.c.”: Gege’ Telesforo ha affermato di considerare addirittura Salerno “la New Orleans italiana” per la bonta’ dei frutti di mare che si possono gustare e per il brulicante fermento, artistico in generale e jazzistico in particolare, che si respira da quelle parti.
E “l’estro artistico” di Carla si e’ presto rivelato: ha iniziato a suonare il pianoforte a 11 anni per poi diplomarsi al Conservatorio di Salerno in clarinetto e, alla fine, preferire i sax alto e sopranino per la sua musica, che ha deciso essere il jazz; scelte, queste, abbastanza inusuali per una donna.
Da quel momento e’ iniziata una carriera caratterizzata da costante crescita nella quantita’ e nella qualita’ delle collaborazioni, delle iniziative e dei progetti di cui si e’ resa protagonista, al fianco di nomi grandi e grandissimi del panorama jazz nazionale, tra cui Ettore Fioravanti, Bruno Tommaso, Franco D’Andrea, Giovanni Tommaso e Fabrizio Sferra.
Dopo il primo CD di Carla, Trane’s Groove, un omaggio a quel grande mito del sax che e’ John Coltrane, quasi doveroso per chi incide un primo CD “tutto suo” con il sax protagonista, alcune influenze coltraniane, che lo hanno caratterizzato, si possono ritrovare anche nel suo secondo lavoro, A Strange Day, anch’esso edito da BlackSaint, che ha consolidato il proficuo rapporto di collaborazione con il pianista Alessandro La Corte, cresciuto insieme a lei sia anagraficamente che musicalmente: hanno coltivato lo studio di strumenti diversi perseguendo interessi comuni sul modo di intendere la musica.
E non e’ affatto un male, anzi e’ piuttosto naturale che, un’artista come la Marciano, all’inizio della propria carriera e nel corso della formazione della propria personalita’ espressiva, segua il solco tracciato da un grande padre del jazz come Coltrane, ne’ pare sorprendente che ne sia stata influenzata; anzi, risulta interessante la sua capacita’ di ricercare nel sax alto anche sonorita’ gravi e struggenti, piu’ proprie di un sax tenore. “Ma non si tratta di un tentativo di imitazione premeditato!” precisa Carla nel corso della presentazione di questo suo lavoro. “Io suono cosi’ e se, prima di suonare ogni battuta, dovessi pensare che, forse, e’ o potrebbe essere stata gia’ suonata nello stesso modo da Coltrane,” – e si provi ad immaginare quante e quali combinazioni espressive abbia potuto suonare Coltrane nella sua vita! – “forse non potrei piu’ suonare spontaneamente o, per lo meno, non potrei piu’ sentirmi me stessa … se poi, per questo mio modo di suonare, devo essere paragonata a Coltrane … beh … questo, per me, non e’ un dispiacere, e’ piuttosto un grande onore…!”. Questa ragazza, delicata nei modi, dall’aspetto fragile e minuto, parla con voce pacata e nasconde a stento una certa dose di timidezza, in forte contrasto con l’inattesa e non comune carica di grinta e determinazione che assume appena impugna il suo sax ed inizia a scorrere il suo impetuoso torrente di note.
Nelle composizioni della Marciano si ritrovano, sapientemente miscelati, tessuti musicali che spaziano dalle trame melodiche, nelle quali sembrano rievocarsi atmosfere d’altri tempi, seducenti ed intriganti, e costrutti piu’ aggressivi e intraprendenti, soluzioni modali e forme espressive piu’ personali, spontanee ed originali. Nel brano Spiritual game, sembra di respirare venti che profumano di deserto, di atmosfere vagamente arabeggianti, che a tratti si risolvono in passaggi ritmici tipicamente mediterranei, a volte scivolano in soluzioni swing. Riuscitissimi anche I try to remember e A strange day, che da il titolo all’album. From where?, di Alessandro La Corte, e’ invece una composizione piu’ cool, dal ritmo incalzante, con frequenti ricorsi alle dissonanze e un’espressivita’ che tende a sfuggire le forme melodiche, sapientemente farcita da qualche virtuosismo tecnico.
Anche se la maggior parte dei brani proposti in questo CD sono composizioni originali, Carla mantiene il legame con i classici, come nell’introduzione Cheek to Cheek al brano Far away o in Russian Lullaby, omaggio a Irving Berlin e nella riproposizione di Pennies From Heaven di John Burke ed Arthur Johnston.
Inappuntabili, forse insostituibili, i tre musicisti salernitani che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto; da qui – Carla stessa tiene a precisare – la firma Carla Marciano 4tet. Hanno costituito il fertile terreno sul quale Carla ha potuto coltivare la sua musica, la raffinatezza del tessuto ritmico e dei contributi solistici della batteria di Gaetano Fasano e del contrabbasso di Aldo Vigorito, dei quali e’ inutile sottolineare l’eccellente qualita’ tecnica e la consolidata esperienza, ed il caposaldo pianistico, discreto ma propositivo, di Alessandro la Corte, che peraltro sappiamo essere disinvolto e flessibile nell’affrontare, in altri contesti, generi musicali anche molto diversi tra loro.
Alla fine di questo CD restano una piacevole sensazione, quella di aver ascoltato buona musica ed il desiderio, perche’ no, di ascoltare o riascoltare anche il primo lavoro, Trane’s Groove, per delineare il profilo artistico completo di Carla Marciano.
Musicisti:
Carla Marciano, alto and sopranino saxophones
Alessandro La Corte, piano
Aldo Vigorito, bass
Gaetano Fasano, drums
Brani:
01. Dance of mind (C. Marciano) – 7.47
02. Far away* (C. Marciano) – 13.39
03. From where? (A. La Corte) – 10.25
05. Arounds steps (C. Marciano) – 6.33
06. Pennies from heaven (John Burke/Arthur Johnston) – 9.12
07. Spiritual game (C. Marciano) – 8.12
08. I try to remember (C. Marciano) – 7.18
09. Russian lullaby (C. Marciano) – 4.09
* Piano introduction on Cheek to cheek (I. Berlin)
Links:
Black Saint: www.blacksaint.it
Carla Marciano: www.carlamarciano.it