Dieci anni di carriera sono un traguardo che non tutte le band musicali si possono permettere, specie in tempi in cui il mercato discografico appare – ahime’ – sempre meno roseo. Loro ci sono riusciti. Stiamo parlando dei Finley, il gruppo pop rock originario di Legnano le cui canzoni, dall’ormai lontano 2002, stanno infiammando i cuori di migliaia di fan.
Cosi’, Carmine, Danilo, Ivan (subentrato due anni fa a Stefano Mantegazza) ed il frontman Marco (detto “Pedro”), reduci dall’acclamato live del 2 marzo al Formun di Assago (Mi), proseguono spediti sulla scia del successo. Lo scorso autunno i ragazzi hanno deciso di celebrare la ricorrenza del decennale con un album in edizione limitata, dall’eloquente titolo “Sempre solo noi”: sette brani inediti arricchiti dalla riedizione del precedente disco “Fuoco e Fiamme”, il primo che i Finley hanno realizzato da indipendenti:
“Ci sembrava la maniera migliore per coronare questo importante traguardo – ha affermato il gruppo – Il disco rappresenta anche l’evoluzione artistica e sonora di “Fuoco e Fiamme”. “Sempre e solo noi” e’ stato pubblicato in edizione limitatissima proprio perche’ abbiamo voluto omaggiare i nostri fan con un prodotto davvero unico, che peraltro contiene anche un poster con tutte le foto di chi per anni ci ha sostenuto”.
Ripercorrere un decennio di carriera non e’ semplice, specie se, come nel caso dei Finley, si e’ partiti dalla gavetta, tra concorsi, feste ed intere giornate trascorse nelle sale di registrazione. Nel 2004 esce il demo “Make up your own mind” seguito da un video a basso costo. Nel 2005 la svolta: il gruppo entra in contatto con Claudio Cecchetto, con il quale registrano il singolo di debutto “Tutto e’ possibile“, su etichetta EMI. Poi, per la band legnanese una serie di successi, tra cui il premio, nel 2006, agli MTV Europe Music Awards di Copenaghen.
Nel 2008 i Finley portano al Festival di Sanremo il brano “Ricordi”, duettato con la cantante messicana Belinda, ottenendo uno splendido quinto posto. E a chi sostiene che ormai Sanremo sia appannaggio dei giovani usciti dai talent (manco a dirlo, quest’anno il Festival e’ stato vinto da Marco Mengoni per i big e da Antonio Maggio per la Sezione Giovani, entrambi lanciati da X-Factor, ndr), loro rispondono:
“I talent sono manifestazioni che fanno bene all’Italia, sono angoli di musica in una televisione che, comunque, non propone molto altro. E’ anche vero che questi show rappresentano innanzitutto il giudizio del pubblico. In questo senso, se c’e’ qualche talento che piace alla gente e che porta audience e’ anche giusto valorizzarlo. Poi, pero’, esiste anche un’altra schiera di artisti, a cui noi da sempre apparteniamo, fatta di musicisti che si chiudono per ore e ore in sala di registrazione per produrre i brani che poi offriranno al pubblico, caricandosene interamente l’onere. Sono due modi diversi di lavorare e di farsi strada in campo musicale. Ognuno deve cercare di fare bene nell’ambito della propria categoria”.
Da quasi due anni i Finley, il cui nome – non tutti lo sanno – deriva dal giocatore di basket dell’NBI Michael Finley, hanno deciso di abbandonare il mondo delle major discografiche per lanciarsi in una coraggiosa avventura da indipendenti, creando una loro etichetta, Gruppo Randa. Ad oggi, il gruppo pare molto soddisfatto della scelta intrapresa:
“Certo la decisione di abbandonare le major e’ stata ponderata; fino ad ora, pero’, siamo convinti della strada che stiamo percorrendo. I dischi venduti ed i fan ne sono una conferma. Lavorare da indipendenti e’ stata una scelta importante, ma anche fortemente voluta. Per noi e’ uno stimolo a fare sempre meglio e a proporre ogni volta qualcosa di nuovo. Se vogliamo e’ anche un messaggio che portiamo a tutti i giovani che ci seguono: seguire le proprie ambizioni e’ importante”.
Una cosa e’ certa: oltre alla passione per la musica e la tenacia, c’e’ un elemento che tiene uniti i Finley ed e’ la loro solida amicizia. Sintonia in tutto – dichiarano i ragazzi – eccenzion fatta per un argomento: le donne…su cui scherzano:
“Siccome a volte le donne ce le scambiamo e le performances sono diverse, allora capita che litighiamo!”.