Negli anni Novanta la stampa americana l’ha considerata niente meno che la rivale di Madonna. Nel 2006 le e’ stato consegnato il Disco d’Oro alla carriera, con oltre dieci milioni di album venduti in tutto il mondo. Stiamo parlando dell’intramontabile Ivana Spagna, nata come regina della disco dance e ancora oggi tra i piu’ apprezzati talenti internazionali. Capelli sempre biondissimi, look di tendenza, trasgressivo quanto basta, e la consueta voglia di aprirsi al pubblico e trasmettere la sua innata energia.
Il prossimo 20 dicembre l’artista sara’ a Torino, dove inaugurera’ il “Pass Club”, un esclusivo locale nel cuore del capoluogo piemontese che, i giovedi’ sera, proporra’ live performances inedite, per lo piu’ dedicate alla musica memorabile degli anni Ottanta. Una formula innovativa che vedra’ in Ivana Spagna la perfetta madrina. Per l’occasione la cantante dara’ prova di un repertorio sempreverde costituito dai sui piu’ grandi successi in italiano e in inglese, quali le intramontabili “Call Me”, “Easy Lady”, “Il Cerchio della Vita” (colonna sonora della celebre pellicola Disney “Il Re Leone”), le sanremesi “Gente come Noi”, “E Io penso a te”, “E che mai sara’”, e ancora “Dov’eri” e “Davanti agli occhi miei”, brano dedicato al ricordo dei genitori scomparsi prematuramente, che la cantautrice veneta non manca mai di omaggiare al pubblico in ogni concerto.
Abbiamo raggiunto Ivana Spagna per un’intervista e ripercorso con lei la sua carriera: dai difficili esordi nella disco dance, ai successi di Sanremo, passando per i suoi affetti piu’ intimi e le sue passioni.
Dopo anni trascorsi a calcare le scene nazionali ed internazionali, e’ sempre emozionante esibirsi di fronte ai suoi fan?
Assolutamente si’. Non ricordo una volta in cui non sia stata emozionata. Provo sempre molta ansia prima di un’esibizione. Agli inizi pensavo che col tempo e l’esperienza questa sensazione si sarebbe dileguata, ma il rapporto con pubblico diventa cosi’ esclusivo ed importante che il classico mal di stomaco pre-live non mi abbandona mai. Raramente mangio e bevo prima di un concerto. Poi, pero’, mi sento benissimo.
Piu’ di dieci milioni di album venduti in tutto il mondo. Cosa passa per la mente di un’artista del suo livello quando si trova davanti a questi numeri?
Sono solita godermi appieno e fino in fondo i successi di volta in volta conquistati, perche’ sono il frutto di tanta fatica e di un duro lavoro, iniziato quando ero ancora molto giovane. Eppure i miei esordi non sono stati dei piu’ semplici: ho incontrato molta resistenza soprattutto in Italia. Parecchie sono state le delusioni. Il mio nome era legato, specie negli anni Ottanta, alla disco dance. Allora, pero’, le case discografiche stentavano a riconoscere il mio talento. Ricordero’ sempre una frase che mi e’ stata – ahime’ – piu’ volte ripetuta: “Come si fa a puntare su una cantante italiana, che si chiama Spagna e che canta in inglese?”. Ecco, ho visto chiudermi le porte in faccia numerose volte.
Questo, inizialmente, in Italia. All’estero invece? Lei, appunto, era solita cantare anche in inglese…
Sembrera’ strano, ma sono stata accolta meglio all’estero che in Italia. Le mie hit di disco dance erano molto apprezzate in Paesi come la Francia, l’Austria e la stessa Inghilterra. Figuravano spesso tra le prime in classifica. Cosi’, con l’aiuto di mio fratello Giorgio, decisi di fare qualcosa anche per me stessa. Arrivai quindi a produrre personalmente alcuni album, che ebbero un successo enorme in Europa. Fu allora che venni rivalutata anche in Italia ed inizia ad essere chiamata a lavorare in diversi ambiti.
Ha sempre dichiarato di aver avuto un rapporto particolare con la sua famiglia, specie con i suoi genitori. Ce ne vuole parlare?
Quello con i miei genitori, che purtroppo sono venuti a mancare, e’ stato un rapporto esclusivo, un amore reciproco incondizionato, di quelli che poi nella vita raramente capitano. E’ la storia di un sentimento vero. La mia famiglia e’ stata sempre unita, pur nella poverta’. Mamma e papa’ hanno dovuto affrontare molte difficolta’ nella vita, ma sono rimasti sempre legati, tra di loro e con i loro figli.
C’e’ un’altra persona, o forse sarebbe meglio dire un altro personaggio (data l’importanza), che ha avuto un’enorme influenza nella sua vita: stiamo parlando di Papa Giovanni Paolo II.
E’ vero. Ho avuto la fortuna, tempo fa, di incontrare il Pontefice personalmente assieme ad altri artisti. E’ stato un momento per me emozionante ed illuminante, che ha accresciuto la mia fede. Papa Giovanni Paolo II mi ha dato l’idea della reale esistenza di un Dio al di sopra di noi e della via crucis che Egli ha dovuto affrontare. E’ stata un’esperienza molto profonda, che non dimentichero’ mai.
A febbraio del
Ho sempre pensato di scrivere un libro sui ricordi della mia infanzia e dei miei genitori, come dicevo prima il dono piu’ prezioso che ho avuto. Appunti scomposti, fogli sparsi che troppo volte ho cercato di riordinare senza mai trovare il momento giusto ed il coraggio di farlo come si deve, per rispetto soprattutto nei confronti della mia famiglia. Il giornalista e amico Maurizio Scandurra mi ha convinto ed aiutato a raccogliere questi frammenti di vita, lasciandoli integri nella loro spontaneita’ emotiva e dando loro la corretta forma. Con Maurizio ho realizzato anche altri due libri, scambiandoci, pero’, i ruoli: e’ stato lui, infatti, a chiedermi di redigere la prefazione di due suoi lavori ed io, di buon grado, ho accettato.
Nella sua vita costellata di grandi successi, c’e’, invece, qualcosa che non rifarebbe?
Certo, un’infinita’ di cose. Come tutti, credo. Non ripeterei alcuni errori che ho fatto sia a livello lavorativo che a livello personale. D’altra parte siamo uomini e nessuno e’ perfetto. Vivendo, inevitabilmente, si commettono anche dei passi falsi.
Parliamo di Sanremo. Sono state diverse le sue esperienze al Festival: dallo splendido terzo posto del ’95 con “Gente come noi” fino alla chiacchierata esclusione nel 2010 quando avrebbe dovuto duettare con Luca Jurman. C’e’ che sostiene che ormai Sanremo e’ appannaggio dei giovani usciti dai talent. Lei cosa ne pensa?
In parte credo sia vero. Di fatto il successo di alcuni giovani artisti lanciati da “Amici” o da “X-Factor” e’ un dato oggettivo. D’altro canto, penso che molto dipenda anche da chi cura e gestisce il Festival. Amicizie, simpatie, amici di amici…queste cose, gioco forza, hanno sempre avuto il loro peso. Inoltre, oggigiorno, con la crisi nera della discografia, le cosiddette “major” hanno piu’ facilita’ e convenienza ad investire su personalita’ che, in un certo senso, sono gia’ state lanciate da qualche trasmissione. Diciamo che, cosi’ facendo, si trovano un pò la pappa pronta, senza rischiare piu’ del dovuto.
C’e’ un artista del panorama musicale italiano a cui e’ particolarmente legata?
Indubbiamente Andrea Mingardi, di cui sono molto amica. La passione per il soul ed il blues mi legano da anni a questo cantante, che da sempre considero il vero bluesman italiano. Spesso facciamo concerti insieme. E’ una persona genuina come i tortellini dell’Emilia Romagna e il sorriso della gente della sua regione. L’artista e attore che la grande Mina ammira per la poesia delle sue canzoni. Durante le nostre esibizioni non manchiamo mai di catare “Georgia on my mind” di Ray Charles. Magnifico.
Un’ultima curiosita’. Sappiamo che e’ molto amante degli animali e che ha personalmente disegnato una linea di vestitini per loro…
In realta’ si tratta di una vera e propria collezione di indumenti – chiamiamoli cosi’ – per i cani, perche’ i gatti sono piu’ difficili da vestire. La linea si chiama “Bellimonelli” ed molto in voga all’estero. Come vede, anche in questo caso, sono stata profeta prima al di fuori del nostro Paese. Personalmente adoro i felini, ne ho parecchi e quattro condividono le stanze di casa mia.