DOLA J. CHAPLIN: bohemien al servizio della musica


Protagonista di questa intervista e’ Dola J. Chaplin. Artista Bohemien e singer songwriter, Dola ha pubblicato da poco il suo disco d’esordio, To The Tremendous Road.




 


Sound Contest: Com’e’ nato “To The Tremendous Road”, nuovo singolo che da’ anche il titolo al tuo album?


Dola J. Chaplin: Il pezzo e’ nato in una maniera bizzarra prima che partissi per l’Inghilterra e poi per l’America. Doveva essere una canzone di arrivederci per la mia ragazza, Arianna Fiore, che ha curato anche le foto che sono nel disco. Al brano mancava la seconda strofa, ma poi lei mi mando’ una lettera e sono proprio quelle le parole che mi hanno consentito di completare il pezzo. “To The Tremendous Road” puo’ essere una canzone di partenza e di ritorno, perche’ nella partenza e nel ritorno ci sono due significati, cosi’ come nella parola “Tremendous” che puo’ voler dire sia “tremendo” che “felice”. Se ci rifletti, la strada e’ “tremenda” e “felice”, poiche’ lungo il cammino puoi incontrare tante cose positive e negative.



 


Nello stesso pezzo si puo’ ascoltare anche la voce di Emma Tricca. Com’e’ nata la collaborazione con lei?


Io amo tantissimo Emma Tricca musicalmente parlando. Secondo me “Minor White” e’ un bellissimo album scritto bene e con suoni belli. La canzone doveva essere come un sogno e per me la sua voce era perfetta per trasmettere un messaggio del genere perche’ e’ eterea. Poi con Emma e’ nata una bella amicizia e tutte le volte che viene in Italia ci vediamo; la cosa non puo’ che farmi piacere.



 


Qual e’ stato il passaggio che ti ha portato a suonare folk, country, blues ecc. dopo essere stato bassista di un gruppo punk-rock?


E’ nato tutto in maniera molto naturale e in realta’ c’e’ poca differenza tra quello che facevo prima e quello che faccio adesso. La musica e’ una ed e’ un supporto a quello che cerchi di esprimere. Io non mi ritengo un tecnico dello strumento. Lo uso semplicemente per dare un’enfasi a quello che cerco di dire. Il “punk” inteso come “Clash” che e’ categorizzato, ha sempre la storia. Come dire? Ha sempre lo “storytelling”. Uno come Woody Guthrie parla per esempio della poverta’ ed e’ punk in quello che dice, Johnny Cash e’ rispettato dal punk, dal reggae, dal metal ecc. ed entrambi vengono da un filone acustico; quindi secondo me fare un discorso di generi e’ molto limitativo e il “passaggio”, se cosi’ si puo’ definire, nel mio caso e’ stato molto naturale.



 


Suoni solo voce e chitarra dal vivo?


Beh, si’. Suono maggiormente da solo.



 


Quindi non ti sei sentito