Siamo in compagnia di Chiara Ragnini, cantautrice genovese che ha da poco pubblicato il suo disco d’esordio Il Giardino di Rose. L’artista ha avuto l’onore di suonare la chitarra di Luigi Tenco, ha inoltre preso parte al progetto AscoltAutori curato da Franco Zanetti e Universal Music Publishing, ha partecipato a numerose rassegne musicali (SanremOff, Festival Internazionale di Poesia di Genova, Premio Fabrizio De Andre’, Premio Donida), ha ottenuto numerosi riconoscimenti (recentemente ha vinto il Premio Miglior Autore ai Sanremo Music Awards e l’anno scorso ha vinto il Radar Talent Interceptor e il Premio Sergio Endrigo – Targa Siae al Biella Festival), ha aperto i concerti di Tricarico, Irene Fornaciari e Martino Corti ed e’ stata da poco ammessa tra i finalisti di Area Sanremo 2011, selezione che le potrebbe permettere di partecipare al Festival della Canzone Italiana nella categoria giovani.
Sound Contest: Iniziamo l’intervista parlando subito de ‘Il Giardino di Rose’. Scopriamo man mano il tuo nuovo cd, guardiamo il retrocopertina e partiamo dai titoli di alcuni brani: “Acqua da bere”, “La neve non fa piu’ rumore”, “Di terra e mare”, “Aria”…e’ solo casualita’ o c’e’ un nesso voluto tra questi titoli e i quattro elementi, ad eccezione del fuoco?
Chiara Ragnini: Il nesso e’ insieme casuale e voluto: sono un’amante della natura a tal punto da essermi trasferita in mezzo agli ulivi (sono di Genova, ma abito a Imperia da due anni). Sono una donna di mare, come si puo’ notare anche dalle canzoni che scrivo. Quella di citare i quattro elementi e’ stata una conseguenza di questo, non una scelta voluta, ma tutto cio’ si sposa bene con il contesto e il taglio che si e’ deciso di dare all’album. Il quarto elemento, il fuoco, c’e’ ma non si vede: e’ la passione che lega le dieci canzoni l’una all’altra, la stessa con la quale il disco e’ venuto alla luce e ha preso forma.
Bene. Addentriamoci ora nell’ascolto della tua ultima fatica discografica. Al primo passaggio colpisce senz’altro “Ogni mia poesia”. Com’e’ nato questo pezzo?
Questa canzone e’ stata scritta poco prima del mio trasferimento da Genova nell’entroterra ponentino ligure. E’ una canzone d’amore, che vuole raccontare e raccontarsi attraverso i piccoli gesti e i momenti che legano due persone, soprattutto all’inizio del rapporto. Gesti di semplicita’ e dolcezza da conservare e ricordare magari proprio con una canzone.
Invece il primo singolo “Gli Scoiattoli nel Bosco” e’ un brano autobiografico?
Si’. Tutte le canzoni che scrivo partono da un’esperienza personale e questa, in particolare, racconta in modo molto cinico e diretto le conseguenze di una convivenza troppo affiatata.
Per fortuna pero’ non sempre il rapporto deve concludersi come nella canzone!
Certo. Come sono nate la title-track “Il Giardino di Rose” e la canzone d’apertura “Quello che ho”?
La prima traccia del disco, “Quello che ho”, e’ la meno recente di tutte e rappresenta un pò il mio biglietto da visita. Non e’ un caso, infatti, che l’abbia scelta anche come canzone di apertura di tutti i miei concerti da un pò di tempo a questa parte. E’ una sorta di manifesto in cui in qualche modo si legge: io sono fatta cosi’, prendetemi per quella che sono, questo e’ quello che posso offrirvi.
“Il Giardino di Rose”, invece, e’ un luogo onirico, di riposo e di gioia all’interno del quale mi vorrei rifugiare nei momenti di bisogno per riprendere le mie energie e ritrovare me stessa. E’ il luogo ideale in cui tutti vorremmo trovarci prima o poi.
Sicuramente. Come si e’ svolto il lavoro d’arrangiamento con Claudio Cinquegrana, Max Matis e con l’ospite Sandro Vignolo?
Sandro e’ stato molto disponibile e ha partecipato ad alcune canzoni con interventi di percussioni e batteria. E’ un grande batterista (ha lavorato con Giorgia, Delirium, Ricchi e Poveri e tanti altri artisti italiani) e si e’ prestato volentieri a questa collaborazione.
Con Claudio e Max invece il rapporto e’ nato un anno e mezzo fa e da allora siamo davvero inseparabili: ho avuto la fortuna di incontrare due musicisti molto versatili che prima di essere grandi professionisti sono due gran belle persone, con le quali c’e’ stata subito grande sintonia.
Il lavoro di arrangiamento si e’ svolto in maniera molto precisa e al contempo istintiva: abbiamo seguito le nostre emozioni e dato alle canzoni la veste piu’ delicata che potevamo loro conferire.
Bene. Ora facciamo un salto nel tuo recente passato. Nel 2008 hai autoprodotto ‘Wonderland’. Perche’ in quell’esperienza hai usato lo pseudonimo di Ceanne McKee e ne ‘Il Giardino di Rose’ sei tornata ad essere Chiara Ragnini?
Wonderland e’ stato il mio primo lavoro, anche esso autoprodotto, realizzato totalmente da sola, sia nelle registrazioni che negli arrangiamenti. L’album racchiude dieci canzoni, scritte tra il 2002 e il 2008, composte prevalentemente in inglese: all’epoca, infatti, cantavo prevalentemente in quella lingua e solo da due anni a questa parte ho deciso di intraprendere la strada definitiva della composizione in italiano, piu’ complessa ma anche piu’ arricchente. Ceanne McKee e’ il nome d’arte che avevo deciso di adottare proprio per tutti questi motivi, ma, avendo poi scelto la strada dell’italiano, sono ritornata alla mia vera identita’.
Come mai ti sei laureata in Informatica e poi hai deciso di fare la cantante?
In realta’ la musica mi accompagna dalla tenera eta’: a 14 anni sono salita per la prima volta su un vero palcoscenico e da allora non ho mai smesso di averne voglia. Credo che spesso quella di fare musica non sia solo una voglia ma un vero e proprio bisogno. Nel mio caso almeno si tratta proprio di questo. L’informatica e’ un’altra mia grande passione e nonostante gli studi classici ho scelto di portare a termine un percorso di studi scientifico molto stimolante.
Nel quotidiano, infatti, lavoro presso un’importante software house del ponente ligure come analista e sviluppatrice di servizi e sistemi software: dopo la laurea ho iniziato subito a lavorare, senza fermarmi un secondo, ma sempre con grandi soddisfazioni.
La musica purtroppo per ora resta solo una grande passione, che continuo e continuero’ a portare avanti con grande impegno, determinazione e professionalita’, nell’attesa che possa diventare, un giorno, un vero e proprio lavoro.
Te lo auguriamo. Tu hai avuto l’onore di suonare la chitarra di Luigi Tenco al “Restauro in Festival” di Lingueglietta (IM). Ci racconti come e’ stata quell’esperienza?
Certo. E’ stata una delle occasioni piu’ belle e gratificanti di tutto il mio percorso artistico: lascio a voi immaginare l’emozione e l’ansia di tenere fra le braccia una chitarra cosi’ importante, un pezzettino di storia della musica italiana. E che paura di rovinarla o, peggio, farla cadere!
L’emozione e’ stata davvero grande, soprattutto per l’onore di interpretare una canzone di Luigi Tenco di fronte ai suoi familiari. Un’esperienza davvero bella.
La rassegna vedeva la direzione artistica del grande Pepi Morgia, scomparso da circa un mese e mezzo. Che ricordo hai di lui?
Ho conosciuto Pepi Morgia lo scorso anno, in occasione della prima edizione di SanremOff alla quale ho avuto il piacere di partecipare. Ci sentimmo al telefono e subito si rivelo’ una persona di grande disponibilita’ e professionalita’. Questo festival e’ stata l’ultima occasione nella quale ci siamo incontrati e mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio. Posso solo dirvi che era davvero un gran signore e il vuoto che ha lasciato in questa provincia, cosi’ come in tutta Italia, sara’ molto difficile da riempire.
Sicuramente. Tra i tanti premi che hai vinto, parliamo del “Radar Talent Interceptor”, grazie al quale hai ottenuto una settimana di perfezionamento musicale con compositori, autori e giornalisti. Come si e’ svolta quella settimana e che tipo di esperienza e’ stata?
Radar e’ stata un’esperienza arricchente, di grande crescita, che mi ha convinta ancora di piu’ a continuare a lavorare sodo al mio progetto musicale, soprattutto dal punto di vista della composizione e della stesura dei testi. Ho avuto il piacere di conoscere e incontrare grandi autori e discografici nazionali e garantisco che occasioni come questa, dove il confronto e’ alla base di tutto, sono momenti di grande crescita, personale e professionale.
Bene. Tu sei di Genova e dunque ti chiedo: secondo te come si e’ sviluppata la scuola genovese dei cantautori, quella nata per intenderci grazie a Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Fabrizio De Andre’? Se si e’ sviluppata in qualche modo, tu appartieni a una sorta di nuova classe femminile della scuola?
Per quanto riguarda la mia proposta musicale, indubbiamente il fatto di nascere e crescere in una citta’ di mare e di porto come Genova ha influenzato non poco il mio modo di comporre e di pormi musicalmente nei confronti di chi mi ascolta. Non tanto per la scuola genovese, termine a volte troppo abusato e che mio avviso inquadra meglio un insieme di autori e cantautori che hanno una collocazione temporale e sociale ben definita appartenente ad un filone del quale non mi sento di fare parte, quanto per certi aspetti, modi di pensare e di sentire che solo il genovese puo’ avere. Il genovese e’ una persona prevalentemente chiusa, ma che, una volta conquistata la sua fiducia, sa donartela a piene mani. Almeno io sono cosi’!
Se dovessi inquadrarmi non mi definirei cantautrice genovese nel senso stretto del termine, bensi’ artista pop che scrive e compone le canzoni che interpreta e che cerca di virare verso una direzione di canzone accessibile a tutti per la sua immediatezza. E’ un percorso molto lungo e complesso per il quale continuero’ a lavorare ed impegnarmi con grande determinazione.
Giusto. Ci avviamo verso la conclusione: sbaglio o ultimamente hai partecipato alle selezioni di Area Sanremo 2011? Come e’ andata?
Si, quest’anno per la prima volta ho deciso di iscrivermi ad Area Sanremo. Anche questa si e’ rivelata un’occasione di grande confronto che consiglio ai miei amici cantautori e autori di fare almeno una volta. Posso comunicarvi con grande piacere che ho da poco appreso di essere stata ammessa fra i 40 finalisti! E’ davvero una bella soddisfazione. Incrociamo le dita per il seguito!
Le incrociamo subito anche noi. Ultima domanda: oltre ad Area Sanremo 2011 quali sono i tuoi prossimi impegni?
Ci sono alcune date importanti in calendario: il 22 Novembre saro’ a Milano per la finale del Premio Donida e il 2 dicembre partecipero’ alla seconda serata del Su
Bene. Termina qui l’intervista a Chiara Ragnini. Noi ovviamente la ringraziamo per la sua disponibilita’ e rimaniamo in attesa di sapere come proseguira’ il suo cammino ad Area Sanremo.
Link:
[Video] “Gli scoiattoli nel bosco”: http://www.youtube.com/watch?v=zvYPcVLx8aE