LORENZO FELICIATI & MICHELE RABBIA
Antikythera
RareNoise records RNR 112
2019
Tale il trombettista vietnamita-americano Cuong Vu, da tempo affrancatosi dal ruolo di comprimario methenyano nel devolversi ad una produzione propria ed autonoma, che qui fiancheggia il duo nell’affascinante Prochronostic, denso passaggio atmosferico segnato da nette matrici rockeggianti, e nella successiva Sidereal, dai segni figurativi più astratti.
Il pianismo smaltato e scintillante di Rita Marcotulli, così come la trasparente e lineare ancia del britannico Andy Sheppard spaziano nella frenetica 223 Teeth, traccia di spirito svenssoniano le cui sortite solistiche appaiono investite (anche) in astrattezza e visionarietà: quest’ultimo carattere (come i titoli già citati, ed altri avanti) è del resto connesso ai temi “proiettivi” del titolo generale, essendo la eponima Antikythera uno strumento dell’antica Grecia impiegato per lo studio astronomico e le divinazioni astrologiche.
La tastiera acustica e le elettroniche di Alessandro Gwis concorrono all’inquieta fisionomia dell’introduttiva Irregular Orbit, comunque connotata da elevato grado di plastica sonora, e più avanti nel programma le tastiere ‘old-fashioned’ di Roy Powell connotano il clima volutamente retro-datato di Apogee, completandosi il programma nella scandita ed esoticheggiante Parapegma, rilevando come i due contitolari destinino alla loro dualità unicamente i climi lividi e le energie impattanti della virulenta Corrosion.
Vi è un avvicinabile precedente discografico nella produzione del bassista in “Koi” (di cinque anni anteriore) almeno nella progettualità e nella composita fisionomia di line-up (che allora vantava alla sezione percussiva il talentuoso Steve Jansen, e la partecipazione del crimsoniano Pat Mastelotto, oltre alla co-starring del pianista Alessandro Gwis e la presenza del trombettista free Angelo Olivieri) : il presente album non ha dunque dismesso la portata di siffatte ambizioni, palesando ora un rinnovato parterre ed una cangiante costituzione progettuale.
Devoluta con multiforme espressione alle materia cosmica del tematico titolo, la musicalità espressa in Antikythera è sostenuta da un organico groove, ascrivibile alla percussione trans-gender dell’operoso Michele Rabbia, laddove il soundscape generale appare improntato dalle eclettiche propensioni del producer Lorenzo Feliciati, che non esita ad includere nell’arsenale delle trovate anche stilemi non di ultima generazione, denunciando le fascinazioni dei climi ambient e le coloristiche libertà espressive della psichedelia, e di alcuni canoni del jazz incorporando espressioni fluide, per cui sarebbe applicabile la definizione “fusion” nei termini delle istanze originarie del termine.
Da una tale stratificazione stilistica, e soprattutto dalla “abbondanza di idee e la chimica speciale” esperite lungo la ormai pluriennale frequentazione tra i due co-leader ci si apre dunque ad assortiti apporti creativi, licenziando una sequenza di passaggi studiati ma fruibili all’ascolto, in cui molteplici mondi estetici e progettuali variamente convergono nelle definizione di un cosmo sonoro articolato ed in ascolto.
Musicisti:
Lorenzo Feliciati, basso elettrico con e senza tasti, tastiere, campionatore, chitarra, sound-design
Michele Rabbia, batteria, elettroniche
con :
Cuong Vu, tromba ( tracks 4 + 5 )
Andy Sheppard, sax ( tracks 2 + 8 )
Rita Marcotulli, pianoforte, piano preparato (tracks 2 + 5 + 8 )
Alessandro Gwis, pianoforte, elettroniche ( tracks 1 + 6 )
Roy Powell, organo Hammond, tastiere ( track 7 )
Brani:
01. Irregular Orbit
02. 223 Teeth
03. Corrosion
04. Prochronistic
05. Sidereal
06. Perigee
07. Apogee
08. Parapegma
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