Albert Beger quartet
The Gate
NoBusiness records NBLP 126
2019
Quanto a formazione ed ispirazioni del solista e titolare, due modelli dai nessi non immediati: Ian Anderson dei Jethro Tull nel caso del flauto, John Coltrane (particolarmente in Love Supreme) nel caso del sax, essendo comunque ben più articolati i riferimenti e la cultura jazz d’insieme, che guarda alle contemporanee derivazioni del bop.
Funge da ingresso tematico all’album l’eponima, breve The Gate, dall’incedere scandito e solenne, corposa introduzione dei caratteri della band, servita da solida carpenteria ritmica entro austeri tratteggi geometrici, tematicamente percorsa da speziature mediorientali; a seguire, la dinamica strutturazione della fibrillante Zen, segnata dalle invenzioni del ruolo pianistico.
L’individuale prova in Shakuhachi Impro disvela libera maestria nel tradizionale strumento, e l’intensa performance riesce molto in linea idiomaticamente con gli stilemi nipponici d’origine dello strumento, non perdendo tracce e soluzioni di sviluppo in jazz; ciò prelude ancora ad un macerato e caldo passaggio (Birds and Trees), preludendo alle iterazioni potenti in This is It !, quindi al distillato e misterioso raccoglimento in Silence, segnato dalle spire del flauto e dai fremiti del piano.
La virile, volitiva voce del tenore, le linee spezzate al soprano sono due intense facce espressive che, nelle loro esternazioni, lasciano emergere il carattere vissuto e problematico della personalità del Nostro, che peraltro ammette anzi dichiara tali criticità biografiche.
Dominante dell’album, l’intenso e non poco “spiritato” indirizzamento verso il filone Spiritual-Jazz, certo dovendosi apparentare il tutto alla neo-interpretazione delle meccaniche del grande bebop, e l’anodina denominazione post-bop nel presente caso acquisisce fisionomia fattiva e strategie costruttive proprie.
Non antitetica ad un portato poetico, la “concreta” materia musicale in cui si spendono la vocalità di travagliata tempra del leader e la dinamica concertazione dell’ensemble rilasciano una concentrata esperienza che ci pacifica con le più solide ed energiche ragioni del “fare jazz”.
Musicisti:
Albert Beger – sax tenore, sax alto , shakuhachi
Milton Michaeli – pianoforte
Shay Hazan – contrabbasso
Ofer Bymel – batteria
Brani:
01. The Gate 04:58
02. Zen 11:58
03. Shakuchaki Impro 04:42
04. Birds And Trees 05:51
05. This Is It! 10:04
06. Silence 06:58
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