Tre nuove uscite in casa Dodicilune. L’etichetta pugliese, fondata e guidata da Gabriele Rampino (direttore artistico) e Maurizio Bizzochetti (label manager), è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di oltre 250 produzioni di artisti italiani e stranieri. Distribuiti nei negozi in Italia e all’estero da IRD, i dischi Dodicilune possono essere acquistati anche online, ascoltati e scaricati su una cinquantina tra l e maggiori piattaforme del mondo grazie a Believe Digital.
In uscita lunedì 6 maggio, Laura è il titolo del progetto discografico del trio Òligo composto dal pianista Enrico Ronzani, dal batterista Giacomo Scheda e dal contrabbassista Henrique Molinario. Òligo è una parola che deriva dal greco e significa “poco”, “quantità limitata”: limitata nel numero di elementi che compongono la formazione, limitata come la durata di un disco per sintetizzare una storia lunga dieci anni, storia che a tratti procede univoca, a tratti divisa in tre. Tre idee e background musicali sempre messi in discussione, divergenti, che improvvisamente entrano in collisione. I brani sono, infatti, firmati da Ronzani (A Good Mistake, L aura, Siena e, scritto con Scheda, Opening / Brown Walls) e Molinario (Say My Name, True e Now I Know What Love Is). Completa la tracklist una versione inedita di Nardis di Miles Davis. «Quando ho finito l’ascolto del cd ho pensato con invidia: ”Cavolo! Questo è un disco che avrei voluto registrare io!”», scrive il batterista Walter Paoli nelle note di copertina. «La musica fluisce in maniera naturale brano dopo brano, quasi come fosse una Suite. Allo stesso tempo ogni brano è come un dipinto in grado di trasmettere all’ascoltatore un particolare “mood”. Ed è proprio questa capacità evocativa che mi ha colpito. Il suono del trio è compatto e organico. Gli arrangiamenti sono sempre interessanti e c’è una maturità nell’uso dei silenzi, delle dinamiche e delle scelte timbriche che rende la musica mai banale».
Martedì 7 maggio esce, invece, “Sospesa“, nuovo disco della cantante e compositrice Chiara Raimondi. Affiancata da un quartetto tedesco composto da Malte Winter (piano), Marcus Lewyn (contrabbasso), Tim Nicklaus (batteria) e Fynn Grossmann (sax, ospite in tre brani), la cantante propone cinque composizioni originali (Sospesa, The Burden Of Beauty, Die Slowly, Empty Smiles e Sogno Africano), un suo arrangiamento di Whisper Not di Benny Golson e You Must Believe In Spring di Michel Legrand, arrangiato da Fynn Grossmann. «“Sospesa” è il primo approdo nel processo di ricerca del “mio suono”, la mia prima tappa tangibile di un viaggio comune a tutti gli Artisti, che spesso può durare una vita intera», sottolinea Chiara Raimondi. «Una ricerca personale e solitaria tu ttavia profondamente influenzata da luoghi e persone incontrati durante il percorso. In Italia e in Germania, dove vivo da qualche tempo, ogni forma di jazz ha accompagnato la mia ricerca, da quello più tradizionale a quello di estrema avanguardia. Ma anche il folklore di alcune musiche legate alle mie origini. Il risultato è un equilibrio sempre attuale, una musica tuttavia in continuo movimento, “sospesa” tra contemporaneità e tradizione». Il disco sarà presentato ufficialmente venerdì 10 maggio (ore 20) nella sala concerti Tonhalle di Hannover.
Dal 16 aprile è invece in distribuzione “Ad libitum” della pianista e compositrice Francesca Gemmo. I dieci brani, in piano solo, del disco nascono da improvvisazioni realizzate in un mattino d’estate durante un’unica seduta di registrazione. “Le prime quattro (Sipari) si sviluppano lungo un arco formale precedentemente pianificato mentre tutte le altre sono nate ad libitum, dialogando con e dentro il pianoforte”, racconta Francesca Gemmo. “Sipari” racchiude un’ampia e articolata narrazione in cui quattro scene sonore si susseguono tra urti impetuosi, melodie e momenti di attesa. “Monocromo” è un gioco ruvido di forme in bianco e nero. “Promenade” è un tenero e spensierato valzer che si perde nella nebbia del parco. “Fall-Winter” è un preludio assorto e malinconico. “Novella” è un breve racconto in forma di dialogo tra domande, risposte e considerazioni sul filo del ricordo. “Discontinuum” nasce dall’interazione tra figure scontrose e petulanti guizzi melodici. “In Fine” è una fantasia che, quasi nel modo delle antiche improvvisazioni per t astiera, chiude l’album riecheggiando inconsapevolmente motivi incisi nella memoria d’ascolto.