Sara Battaglini canta il suo inno alla fragilità nell’album di debutto “Dalia”
Nuovo arrivo nella collana “Songs” di Auand Records con Federico Pierantoni al trombone ed Enrico Ronzani al pianoforte«Dalia rappresenta per me la voglia e la paura di rendersi conto delle proprie debolezze, trovare il coraggio di dare loro un nome e affrontarle lasciandosi aiutare da chi ci è vicino». La cantautrice Sara Battaglini, accompagnata da Federico Pierantoni al trombone ed Enrico Ronzani al pianoforte, mette a nudo le fragilità nel suo album di debutto “Dalia”, in uscita il 17 Maggio per l’etichetta Auand.Ora con brani eterei e sospesi, ora con autentici racconti fatti di suoni, il trio smussa ogni spigolo per mettere la musica al centro di ogni brano, grazie a un profondo lavoro di ascolto reciproco e di scambio. «La dalia è un fiore che esprime valori positivi – racconta Sara Battaglini – un sentimento di sincera e spontanea gratitudine verso qualcuno che ci ha regalato sostegno in un momento di precarietà e fragilità. E questo concept album racconta di un cammino: dal rifiuto della solitudine e della sofferenza a una nuova voglia di ripartire. Più che un lavoro artistico è per me un percorso personale che, attraverso immagini e storie, parla di me, delle mie ombre e delle mie forze».Con la chiara volontà di trattare la voce come uno strumento e di mettere tutti i componenti sullo stesso piano, il cantato accompagna gli altri strumenti e si intreccia con loro: «Non esiste una linea sopra un’altra: ogni brano è stato pensato o arrangiato in maniera che ciascuno di noi avesse un ruolo indispensabile ma non predominante. Cerchiamo di lasciare lo spazio necessario per esprimere la nostra persona in ogni sfumatura, ognuno con le proprie timidezze e caratteristiche». Un impegno che vale anche per il contrabbassista Stefano Senni, ospite di due delle dieci tracce del disco.
Muovendosi in un quadro jazzistico che danza con la canzone, con i testi in italiano e in inglese, ma anche con brani puramente strumentali e con la musica contemporanea, l’album non vuole essere una prova di forza tecnica o strumentale: il lato umano e la sincerità del racconto restano palpabili in episodi come “Conchiglie” o nella delicata e scura pagina finale, “Closing”.