Quello di Tania Furia o più semplicemente FURIA, è un esordio che gode di un equilibrio e di una maturità assai pregiata e inusuale per un lavoro di esordio. Di certo la mano di un esperto come il Maestro Luigi Albertelli segna la differenza nella direzione artistica e consegna alla critica e al pubblico questo lavoro dal titolo “Cantastorie”. Mescolando assieme l’ironia frizzante di un Alberto Camerini, l’estro coloratissimo di un primo Renato Zero, ma anche l’impegno sociale di una Oxa e quel bel pop moderno che vedremo benissimo nella saggezza vocale della Mannoia. E poi la voce di FURIA, matura e decisa, che spazia da un registro scanzonato a timbriche più scure, una voce che sta a suo agio quando ci canta la donna nell’ironia di “Ce la invidiano tutti” e non si smentisce di credibilità quando invece canta canzoni impegnative e struggenti come la bellissima “Canzone ad un bimbo mai nato”. Un lavoro semplice, digitale di quando il pop discendeva quasi visceralmente dalla dance delle prime balere elettroniche, mai presuntuoso negli arrangiamenti, coerente appunto nonostante la scelta un po’ vintage di tutto questo sound (specialmente nelle linee di drumming). Insomma, “Cantastorie” si rivela un disco assolutamente capace di reggere il confronto e la critica. Di certo è un esordio, un esordio anche nella scrittura come nella forma del linguaggio, c’è ancora molto da lavorare per restituire personalità unica e inconfondibile a tutto il mondo di FURIA. Ma per ora il buongiorno è ben servito.
Esordire con una musica che attinge a piene mani da un cliché degli anni ’90. Trovo che sia una formula utilizzata da più parti, ormai sembra quasi una costante questo ritorno alle “origini”. Tu come la vedi?
Non c’è nessun ritorno alle origini. La buona musica non ha tempo. Questo ho cercato io. Non sono stata influenzata da nessuno. Ho semplicemente scritto e pensato ciò che sentivo.
Furia come nome è assai poco femminile. Per quanto la “rabbia” è donna diceva qualcuno. Ma dietro questo nome cosa nascondi per la verità?
Per fortuna mia, il mio cognome e quello che sono coincidono.
Come mai torni a parlare anche di Coppi e Pannella nelle tue canzoni?
Entrambi, Fausto Coppi e Marco Pannella, sono stati due uomini con vite importanti. Io che sono una cantastorie mi occupo di storie vere e dedico i miei racconti in musica anche ai grandi miti. Come faceva Omero con le gesta degli eroi greci, io l’ho fatto e lo rifarò con i personaggi di cui bisogna conservare la memoria.
In questo nuovo video c’è tanto eros, tanta sensualità, ma soprattutto è con la canzone che affronti il tema dei tabù, dell’omosessualità, della precarietà di concetto come fosse un freelance oggi nel mondo del lavoro… o sbaglio?
Hai centrato perfettamente le mie intenzioni. Bravo!
Dal pop italiano che cosa hai rubato per il tuo “Cantastorie”?
Mi sono ispirata ai nostri grandi cantautori italiani: Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Rino Gaetano, Gianna Nannini.