Giovedì 28 novembre 2013, a partire dalle
21:30, il “JAZZ CLUB CAMPI FLEGREI” presenta “ITALIAN AMERICAN SONGBOOK”, il
recente progetto dell’ANTONIO CIACCA TRIO, live jazz performance presso il “BLACK
STUFF IRISH PUB” (via Giulio Cesare n. 282, Torregaveta – Bacoli, NA. Info e
prenotazioni: 349/1566591, jazzclubcampiflegrei@libero.it). Contributo al
concerto 10,00 euro.
La Formazione:
ANTONIO CIACCA piano
GIUSEPPE VENEZIA contrabbasso
ELIO COPPOLA batteria
“ITALIAN
AMERICAN SONGBOOK”
“ITALIAN AMERICAN
SONGBOOK”, questo il titolo del progetto che ultimamente il pianista d’origine
pugliese e di adozione americana sta portando in giro nei più importanti club,
festival e rassegne della scena jazzistica internazionale. Un iter musicale
volto a ripercorrere, con grande rispetto filologico e al contempo con estro e
brio improvvisativi, alcuni dei più celebri standard nati dall’inventiva di
compositori italoamericani. Durante la serata sfilerà una teoria di brani come “The
More I see You” e “There will never be another you”, per citarne solo un paio,
scritti da Harry Warren su musiche di Mack Gordon e interpretati da artisti che
vanno da Chat Baker sino a Michael Bublè, passando per Frank Sinatra, Ella
Fitzgerald, Nat King Cole e Sara Vaughan. Un concerto all’insegna di un jazz
raffinato, in cui la scrittura musicale e l’atto performativo si avvalgono di
un lessico sonoro elegante, lucido, terso, senza increspature e contaminazioni.
Unica concessione affidata al ritmo, allo swing che di tanto in tanto emerge
nell’esecuzione dal vivo trascinando note e pubblico, ma mai sopra le righe,
sempre equilibrato e costante.
La
regia di una tale operazione è nelle mani sapienti di Antonio Ciacca,
pianista, compositore e didatta, una delle figure più complete della scena
newyorkese contemporanea. Diplomatosi al Conservatorio “G. B.
Martini” di Bologna, ha affiancato agli studi classici quello del Jazz con
Barry Harris e Jackie Byard. Dai jazz club di Bologna è passato
al panorama internazionale lavorando e incidendo come sideman di giganti del
Jazz quali Benny Golson e Steve Lacy. Infaticabile organizzatore di
tour, concerti e seminari in tutt’Europa, è stato Direttore della
Programmazione al Jazz At Lincoln Center e ha insegnato alla Juilliard.
Attualmente si concentra solo sull’attività di pianista e compositore; nella
sua band si alternano i migliori jazzisti di New York: Joe Lovano, John
Patitucci, Lewis Nash, Greg Hutchinson, Jerry Bergonzoni, Andy
Farber, Jerry Weldon. L’ingaggio con il suo trio al Setai Hotel come
Artist in Residence, i concerti con la Big Band e i numerosi tour
internazionali non gli impediscono un’intensa attività compositiva per i vari
ensemble che dirige. Il concerto alla Carnegie Hall
e il tour di un mese in Medio Oriente, oltre all’uscita di un cd in trio e
del primo con la Big Band, sono solo alcuni degli ‘highlights’ del 2013.
Nel
concerto di giovedì 28, se l’incipit musicale parte sempre dai tasti bianchi e
neri del piano di Ciacca, non è un caso che la sezione ritmica abbia tanta
parte e sia rappresentata da due giovani e già affermati talenti, in Italia
come all’estero: il contrabbassista lucano GIUSEPPE VENEZIA, direttore
artistico del Basilijazz, nonchè strumentista al fianco di artisti quali Jerry
Bergonzi, Greg Hutchinson, Duffy Jackson, John Allred, Johnatan Blake, Jason
Lindner, Mike LeDonne, Jerome Jennings, Giovanni Amato, Stepko Gut, Howard
Alden, Michel Pastre, Dan Block; e il batterista campano ELIO COPPOLA,
direttore artistico del festival jazz “JAZZINNCAPRI”, che ha suonato accanto a
nomi del calibro di Joey De Francesco, Benny Golson, Peter Bernstein, George
Cables, Shawnn Monteiro, Dado Moroni, Tony Monaco, Jerry Weldon, Hal Singer,
solo per ricordarne alcuni.
Una
live jazz session, dunque, caratterizzata da un sound di gran classe e da un
irresistibile swing, rivolti a un pubblico colto e a appassionato di jazz e
della buona musica in genere.
Prossimo
appuntamento della rassegna organizzata dal “JAZZ CLUB CAMPI
FLEGREI” è giovedì 12 dicembre con il Raffaello Pareti Quartet
sempre nell’accogliente “Black Stuff” di Torregaveta.