SERGIO CAMMARIERE | Metti una sera al Museo MANN

Dal 19 al 25 aprile si è svolta presso la preziosa e storica location del Museo Archeologico di Napoli, il Festival MANN – Muse Al Museo: 40 eventi, 50 artisti in 7 giorni, dalle ore 10,00 alle ore 24,00: happening di teatro, concerti musicali, presentazioni di libri, esibizioni di danza, incontri su argomenti vari, come fumetti, arte, scienza, cinema e nuove tecnologie, per accontentare davvero tutti i gusti.

Questo evento è il primo nel suo genere: un museo statale che organizza una rassegna, volta alla valorizzazione dei beni culturali, secondo la Riforma Franceschini.

Domenica 23 aprile accogliamo con grande entusiasmo il recital di Sergio Cammariere e la sua Famiglia musicale: il virtuoso Luca Bulgarelli al contrabbasso, l’eclettico Amedeo Ariano alla batteria, il brioso Bruno Marcozzi alle percussioni e la maestria di Daniele Tittarelli al sax.

Il concerto si apre con una emozionante e virtuosa intro di piano solo che ci introduce a Mano Nella Mano, un brano dolce, tratto dal suo lavoro discografico che porta lo stesso titolo di questo brano, uscito nel 2014. Cammariere ci dà il suo benvenuto, descrivendo simpaticamente come una ‘Situation’ questa occasione, che, per la prima volta, gli dà la possibilità di suonare in un contesto museale.

Ed ecco arrivare due brani del cd “Sul Sentiero” del 2004, L’Assetto Dell’Airone ed il ritmo coinvolgente di Nessuna è Come Te.

Un grande consenso di pubblico accoglie il successo sanremese del 2008, L’Amore Non Si Spiega, dai chiari influssi di bossanova brasiliana.

Arriva quindi la splendida e delicata Le Porte Del Sogno, tratta dal CD “Dalla Pace Del Mare Lontano”, del 2002; la segue la nuovissima Cyrano, scritta da Gino Paoli e con lui interpretata a due voci, nell’ultimissimo album, “IO”, che ha visto la luce nel 2016. Rivisitata per essere interpretata ad una sola voce, ci entusiasma molto.

I successivi sei brani, originariamente contenuti nell’album “Dalla Pace Del Mare Lontano”, vengono stasera eseguiti in maniera rimodulata, così come nel lavoro “IO”, ma anche adattati all’acustica particolare della splendida Sala Della Meridiana, il prezioso spazio affrescato del Museo Archeologico che ospita il concerto: una emozione aggiunta, specie per chi conosce ed ama questi capolavori musicali, che sono diventati dei veri classici del repertorio di Cammariere. Grande ritmo con Tempo Perduto e travolgente impeto con Dalla Pace Del Mare Lontano; poi dolcezza infinita con la dichiarazione d’amore in musica, Tutto Quello Che Un Uomo, canzone terza classificata a Sanremo 2003, che svelo’ la bravura del cantautore crotonese e della sua Band al grande pubblico.

Con grandissima emozione, Sergio Cammariere ci chiede, al termine del brano, di cantarne un pezzetto con lui…è sempre bello riscoprire che, dopo tanti anni, gli sembra che quasi non possa essere reale che il pubblico conosca così bene le parole dei suoi brani…ed i napoletani, popolo canterino per eccellenza, non si fanno certamente pregare: un coro intonato ed uniforme, inonda la splendida sala…per terminare in una lunga ovazione di meritati applausi.

Ed ecco dischiudersi la splendida Via Da Questo Mare, uno struggente e riuscito omaggio alla terra natia di Cammariere, Crotone e la Calabria.

Ancora ritmo, con Sorella Mia e gran finale con Cantautore Piccolino, divertente brano che vede Cammariere paragonarsi ai grandi della musica italiana con notevole senso dell’ironia.

Gli scroscianti applausi che accompagnano l’inchino dei musicisti, nonché la richiesta a gran voce di un bis, li richiamano subito sul palco, per regalarci Malgrado Poi,  tratta dall’album “Il Pane, Il Vino E La Visione” del 2006. Si tratta di un accattivante brano, che richiama le passionali e coinvolgenti sonorità portoghesi: Cammariere ne improvvisa infatti un pezzetto, declamando alcune parole in portoghese, lingua dalla grandissima musicalità, che gli è molto congeniale.

Ultimi sorridenti inchini dei musicisti tra grandissimi applausi, per un riuscitissimo concerto, che ci ha regalato un connubio perfetto, sospeso tra arte e musica: colpi di scalpello, pennellate di colore e tocchi musicali di una bella serata, veramente da ricordare.