ZENO DE ROSSI
Zenophilia
Auand Records
2017
Che swing, che groove, che pathos in questo disco! Zeno De Rossi rilancia e coglie con “Zenophilia” un altro centro pieno nel bersaglio della propria creatività. Al fianco del leader-batterista il navigato tandem sax-trombone composto da Piero Bittolo Bon e Filippo Vignato, mattatori di consensi all’ultimo Top Jazz italico, qui sopraffini soffiatori di note libere e incatenate sullo spartito nella dozzina di tracce presenti nell’album. Dieci quelle composte e firmate da De Rossi, mentre due provengono rispettivamente dall’immane colonna sonora di “Taxi Driver” e dal songbook di Ornette Coleman (Feet Music). La genuina alchimia scatenata dal trio restituisce un sound corposo e snello, così fedele e naturale nei toni che la registrazione sembra giungere dalle quattro pareti di un garage dove ci si riunisce per divertirsi e provare insieme. L’intesa e il divertimento sembrano infatti elementi essenziali e intrinseci di un repertorio ficcante e frizzante, in cui a tratti appaiono e scompaiono i fantasmi degli Air e del Clusone Trio. I’ve Never Been On It Before, The Daniel Quinn Theme, Baboo e Catfight sono esuberanti ricettacoli di radici e tradizione afroamericane veicolate con sensibilità estetica contemporanea, ingegnosi contenitori di sonorità rotonde e sincopate transfughe da New Orleans, Kansas City e Saint Louis, incestuosi e audaci intrecci di be bop, free e black music.
In questo contesto Bittolo Bon e Vignato estendono la loro perfetta padronanza tecnica su una musicalità prorompente, pungolata ed eccitata di continuo dalla straripante verve e fantasia ritmica di De Rossi. Si sente, eccome, che “Zenophilia” è qualcosa scaturito dalla mente e dalla penna di un batterista. La versatilità e la concezione del tempo di De Rossi attingono da parecchi “amori” e plurime passioni, ma anche da innumerevoli esperienze e collaborazioni artistiche. Da tutto ciò scaturisce l’eterogenea vitalità del disco, paragonabile a un fiume alimentato da affluenti di diverso tipo oppure a un albero che estende i propri rami in differenti direzioni. Si batte spesso e volentieri il piede per terra, ma ci si ferma anche per assaporare l’assertiva introspezione concettuale di Red Bird oppure il sornione e languido mood blues di Henry Zeno. Il batterista offre guizzi e accenti pirotecnici nella fantastica essenza “double face” di Cats, nell’esplosiva e irregolare Marionette e soprattutto in EBDance (non per niente ispirata e dedicata al grandissimo Ed Blackwell) dove l’occhio di bue illumina un perfetto assolo e dialogo in botta-risposta con sax e trombone. Menzione particolare meritano anche l’obliqua funkitudine di The Mystery Of The Leaping Fish e l’arrangiamento personalissimo di Theme From Taxi Driver, con il contralto di Bittolo Bon ovviamente sugli scudi e il fischio di De Rossi a donare un piacevole retrogusto morriconiano al tutto. In conclusione un album di grande spessore suonato come meglio non si potrebbe da tre formidabili musicisti.
Voto: 8/10
Genere: Modern Jazz / Contemporary Jazz
Musicisti:
Piero Bittolo Bon – alto sax, bass flute (#6)
Filippo Vignato – trombone
Zeno de Rossi – drums, percussion, whistle (#10)
Brani:
01. I’ve Never Been On It Before
02. Cats (For Joey Baron)
03. The Daniel Quinn Theme
04. Henry Zeno
05. Baboo
06. Red Bird (For Sergio Candotti)
07. Marionette
08. The Mystery Of The Leaping Fish
09. Catfight
10. Theme From Taxi Driver
11. EBDance (For Ed Blackwell)
12. Feet Music
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