Immaginate di osservare la Terra da un oblò cosmico, scrutando la nostra umanità con lo sguardo curioso di un alieno. È questa la prospettiva unica che MISSINCAT, alias Caterina Barbieri, offre con Earthling, il suo ultimo album, uscito il 13 settembre. Non si tratta di un semplice disco, ma di una lente attraverso cui rivedere emozioni e fragilità umane, rese straordinarie da un linguaggio musicale che riesce a essere, al contempo, intimo e ultraterreno.
Fin dalle prime note di Heart Of Fire, l’ascoltatore viene rapito in un’atmosfera sospesa: un cuore pulsante di beat elettronici e archi caldi, un dialogo tra malinconia e speranza. Non è un brano che si limita a raccontare, ma sembra voler sollevare l’ascoltatore da terra, offrendo una vista dall’alto su ciò che ci rende umani. È un messaggio di resistenza dolce, quasi sussurrato, che si fa ancora più potente proprio grazie alla sua delicatezza.
E poi c’è l’anima del disco: quella capacità rara di MISSINCAT di trasformare storie ordinarie – un amore ferito, una promessa non mantenuta, una ricerca infinita – in frammenti di poesia sonora. Ogni traccia è come una piccola costellazione: Masquerade risplende di un’eleganza misteriosa, Hit My Heart vibra di emozioni grezze, mentre la cover di Karma Police ci ricorda che l’arte può sempre rigenerarsi, senza mai tradire le sue radici.
Musicalmente, Earthling è una festa minimalista per le orecchie. I suoni si intrecciano con una leggerezza che è il risultato di un lavoro meticoloso: le percussioni acustiche e i sintetizzatori si rincorrono, gli archi accarezzano le melodie, mentre la voce di MISSINCAT fluttua, fragile e potente allo stesso tempo, come una guida in questo universo sonoro.
Ma c’è di più. Questo non è solo il disco di una cantautrice, è un’opera collettiva. L’apporto della cantautrice australiana Alex St. Joan e del produttore islandese Anton Líni aggiunge sfumature nuove, come se ogni brano fosse stato sfiorato da mani diverse, ognuna con una storia da raccontare. È un lavoro corale che, paradossalmente, riesce a mantenere un’identità fortemente personale.
Alla fine dell’ascolto, Earthling non lascia solo canzoni nella memoria, ma immagini vivide: tramonti berlinesi visti dai tetti, galassie di emozioni, mani tese nello spazio in cerca di connessione. È un album che non si limita a descrivere la condizione umana, ma ci invita a guardarla da una nuova prospettiva.
MISSINCAT, con Earthling, non si limita a fare musica. Ci ricorda che essere terrestri è un’esperienza straordinaria, anche quando sembra ordinaria. E in un mondo così rumoroso, la sua voce ci invita a rallentare e ad ascoltare.