Splende il sole su Orvieto, su questo primo gennaio 2017, che è anche l’ultimo giorno per questa edizione di Umbria Jazz Winter.
La mattina ce la prendiamo comoda, fino alle 14,00 quando, al Palazzo dei Sette, ci deliziamo al ritmo degli Sticky Bones, un quintetto italianissimo che propone un jazz americano delle origini, interessante da approfondire e piacevolissimo da ascoltare. Dapprima artisti da strada durante l’edizione estiva del festival a Perugia, si sono guadagnati sul campo la promozione sul palco, sin dall’ultima edizione del festival perugino. Si sono anche esibiti ad Assisi lo scorso settembre, durante la manifestazione Musica e (è) Solidarietà, organizzata da Umbria Jazz per aiutare le popolazioni terremotate del centro Italia ed alla quale Sound Contest è stato presente.
Cecilia Panichelli, alla voce, kazoo e washboard – una sorta di tavoletta per lavare i panni percossa abilmente con dei ditali da sarta -, Davide Annechiarico al piano, Floriano Andolfo alla chitarra ed al banjo, Maurizio Capuano al contrabbasso ed alla tuba e Lorenzo Soriano alla tromba ci allietano con il loro ritmo, mentre sorseggiamo un te’ caldo, che ci ristora dalla temperatura esterna, decisamente in calo, nonostante la bella giornata.
Alle 16,00, alla Sala Expo del Palazzo del Popolo si esibiscono i simpatici, quanto talentuosi Sammy Miller and The Congregation. Miller, leader della Band, cantante e batterista, è una sorta di attore musicista. All’inizio del concerto sono solo in tre ad esibirsi sul palco: Miller alla batteria, David Linard al piano e John Snow al basso. Dopo un paio di brani, li raggiunge la chitarrista Molly Miller, dal viso comunicativo e simpatico. La Band si completa soltanto dall’esecuzione del terzo brano, quando Alphonso Horne alla tromba, Ben Flocks al sax tenore e Sam Crittendem al trombone, li raggiungono sul palco, iniziando a suonare dal fondo della sala. Allegri, gioiosi, non fanno mistero della loro voglia di suonare una musica che faccia stare bene e tenga alto il morale. Dimostrano la gioia di suonare insieme, mostrando il loro grande talento musicale e tecnico. Non mancano divertenti siparietti attoriali, che rendono ancora più carina e piacevole l’esibizione. Applausi a scena aperta per loro, che propongono generi vari, che spaziano dal jazz al blues, dal soul allo swing, sempre con il sorriso sulle labbra.
Alle ore 17,00 al Duomo c’è la messa della pace gospel, quest’anno allietata da un gruppo nutrito di cantori, i Dexter Walker & Zion Movement. Un misto di talento e fede vengono espressi nei brani proposti dalla Band, fondata dal pastore Walker nel 2003. Il gruppo, pur restando aderente alla tradizione della musica religiosa delle comunità nere americane, ne propone una versione più moderna, rivisitata alla luce delle nuove tendenze della Black Music.
Grande coinvolgimento e raccoglimento dei fedeli raccolti nel Duomo, gremito, come sempre, per questa particolare occasione, che rinnova di anno in anno il sodalizio tra la città di Orvieto e la musica di Umbria Jazz.
Alle 18,00 ci raduniamo tutti in Piazza del Popolo per l’ultima marciante dei Funk Off: due fermate, in Piazza San Giuseppe ed in Piazza della Repubblica, per salutarci al ritmo del loro allegro groove. Le strade sono stracolme di gente, che si unisce alla marcia e canta e balla con allegria, seguendo la band più simpatica che c’è, fino al loro saluto alla città di Orvieto, per questa edizione.
Alle 20,30 cena di chiusura festival al Ristorante San Francesco, del gruppo Cramst. Ottima cena, vino e bollicine e tre concerti; aprono gli Accordi Disaccordi, con il loro Gitan Jazz e la loro simpatia e coinvolgente raffinatezza. Segue il jazz rock dell’olandese Vincent Van Hessen, che ci delizia con la sua chitarra. Chiusura con la Swing Valley Band ed il loro ritmo swingante, brioso ed allegro.
Al prossimo anno, quando il festival festeggerà in grande stile, la sua 25esima edizione invernale orvietana.