Data: 25/11/2016
Città : Napoli - Napoli (Campania)
Si tratta di una originale contaminazione tra i due generi musicali, che la Band renderà efficace ed interessante per gli appassionati della buona musica, abituali frequentatori del Club del presidente Ennio Forte.
Alessandro Tedesco, trombonista, nasce a Benevento nel 1976; inizia a studiare a soli 11 anni. Vince diverse audizioni e milita in molte delle più prestigiose orchestre italiane come quella giovanile di Fiesole e quella del teatro lirico di Spoleto. Suona in formazioni cameristiche e con diversi artisti come Renato Zero, Gegè Telesforo e Francesco Baccini e direttori d’orchestra come Peppe Vessicchio e Vince Tempera. Prende parte a diversi programmi televisivi sia per le reti Rai, che Mediaset. Consegue il diploma in Jazz con il maestro Ettore Fioravanti nel 2003 e continua negli studi con i maestri Marco Sannini e Valerio Silvestro; consegue il diploma per il II livello di discipline musicali ad indirizzo interpretativo – compisitivo in jazz con il massimo dei voti e plauso della commissione nel 2008. Prende parte a master, anche sull’improvvisazione e viene selezionato come migliore musicista per una borsa di studio che gli vale un master con Enrico Rava della durata di una settimana.
Inizia una collaborazione di lungo corso con Marco Zurzolo, con il quale si esibisce in molti festival jazz di portata nazionale ed internazionale come Umbria Jazz, Roccella Jonica, Londra Jazz festival, Eurojazz a Città del Messico e Istambul Jazz festival; vince il primo premio del concorso per nuovi talenti del Waltex Jazz nel 2008.
Il primo disco a suo nome, Kimica, distribuito da Egea, viene realizzato con l’Alkemik Quintet per l’etichetta Radar; il suo secondo lavoro è Argonauta, inciso con un nuovo quartetto.
Collabora con moltissimi nomi della musica jazz come Gabriele Mirabassi, Rosario Giuliani, Aldo Vigorito, Daniele Sepe, Daniele Scannapieco, Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello, Enrico Pierannunzi, Tom Harrell, Marco Tamburini, Richard Galliano e Omar Sosa. Tedesco sta attualmente esibendosi con il Low Frequency Quartet e collabora in veste di trombonista solista con l’Egea Orchestra, della omonima etichetta discografica, con la Salerno Jazz Orchestra e con l’ O.N.J. Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja.
Il trombettista Pino Melfi, non appena diplomatosi in strumento, indirizza il suo interesse verso il jazz, conseguendo il diploma in Musica Jazz ed, in seguito, si laurea in Discipline Musicali con indirizzo jazzistico. Ha maestri d’eccezione come Fabrizio Bosso e Marco Tamburini. Segue seminari e partecipa a masters, dedicandosi allo studio delle contaminazioni mediante formazioni standard e sperimentali.
Ha collaborato con grandi artisti come Nico Gori, Daniele Sepe, Emaniele Cisi, Giulio Martino, Javier Girotto; ha militato in orchestre come la O.N.J., la Big Band del maestro Roberto Pregadio e la Go Organic Orchestra di Adam Rudolph.
Ha studiato Tecnica della Direzione con il maestro Lorenzo Della Fonte ed ha inciso a proprio nome Re-Playing J.C. per l’etichetta Wakepress (NoVoices) e Jack&Rozz con il quintetto A.Tedesco/P.Melfi e la partecipazione di Marco Zurzolo, Dal 2015 suona in pianta stabile con l’Orchestra Jazz Partenopea di Pino Iodice.
Giovanni Francesca si diploma al Conservatorio Domenico Cimarosa di Benevento in chitarra classica e studia jazz con Mario Condorelli.
Ai concorsi nazionali di chitarra classica La Camenae d’Oro e Napoli Nova vince il primo premio nel 2003; ha frequentato seminari di approfondimento con Marco Tamburini, Mike Stern, Claudio Fasoli e, durante l’estate, quelli di Siena Jazz.
Ha lavorato sia per le esibizioni live, che in sala d’incisione, con esponenti musicali del mondo pop come Mino Reitano ed Al Bano. Ha partecipato alla realizzazione, in veste di chitarrista, del musical Una Terrazza Per Due ed alla colonna sonora del lungometraggio E Poi Cadde La Neve.
Ha avuto collaborazioni stabili con Marco Zurzolo, il Koan Quartet, i Rosso Rubino, Mbarka Ben Taleb, Luca Aquino. Si è esibito in molte importanti rassegne jazzistiche nazionali e ha insegnato chitarra presso la scuola Musikè di Piedimonte Matese (CE) e presso l’accademia Arvamus di Roma. Attualmente, continua la docenza di chitarra presso lo Studio 88 di Telese (BN) e alla scuola Mille Note di Airola (BN).
Con loro suonano Frank La Capra al basso e Giampiero Franco alla batteria.
Jazz e Rock nascono da radici comuni, ma non sempre hanno avuto, tra di loro, una relazione ‘rose e fiori’ in quanto il primo, guardava dapprima con diffidenza il secondo, di gran lunga più giovane, in senso anagrafico.
Inoltre, vale la pena di ricordare che, negli anni Venti il jazz aveva attirato su di se anche le attenzioni di musicisti europei come Stravinsky e Ravel mentre, la musica afro-americana veniva sostenuta da Ellington e da Gershwin. Dunque, ancora una volta, il colto jazz si contrapponeva al neonato rock.
Pino Melfi ed Alessandro Tedesco hanno tenuto per un po’ in caldo la loro idea di rendere omaggio ai grandi componimenti rock in chiave jazz; dopo quindici anni dal loro primo progetto in tal senso, si sono rivisti per incidere Jack&Rozz dove la rivendicazione razziale del nero jazz, incontra lo scontro generazionale dei teen agers bianchi del rock. A metà degli anni Sessanta si assiste, da un lato, all’affermazione del rock dapprima come messaggero di protesta di una generazione giovanile in rivolta e poi come forma artistica a tutto tondo; d’altro canto, si rafforza il free jazz, che rivoluziona l’ambito jazzistico, mentre l’attenzione di un grandissimo come Miles Davis nei confronti del soul-funky di James Brown e del rock psichedelico di Jim Hendrix fa approdare in maniera distinta e chiara il pop rock in ambito jazzistico.
Se ciò vi incuriosisce, promettendovi di affinare ulteriormente il vostro orecchio da intenditori musicali, non potete perdervi questa occasione di ascolto al Music Art: il direttore artistico Giuseppe Reale, la sua gentile signora Hermina ci attendono con un sorriso, invitandoci ad una serata live che promette tante belle note ed un ottimo sound. Mi sa che ne vedremo e, soprattutto, ne sentiremo delle belle.
Donatella delle Cese