GIANLUCA TERENZI | Via Di Banda: un inno alla cultura

Dal 29 al 31 luglio, a San Donato Val di Comino, suggestivo paesino in provincia di Frosinone abitato da poco più di 2000 anime e inserito nel prestigioso circuito turistico de “I borghi più belli d’Italia”, si svolgerà la seconda edizione di Via di Banda, una caratteristica kermesse volta a valorizzare le bande marcianti, gli artisti di strada e tanto altro ancora. Questo festival, inoltre, si prefigge l’obiettivo di salvaguardare e promuovere il patrimonio storico-culturale del comune ciociaro attraverso una certosina rivalutazione dei vicoli e delle vie del centro storico. Gianluca Terenzi, intraprendente direttore artistico della rassegna, racconta la genesi della manifestazione ed enuclea la sua finalità.

 

 

“Via di Banda” è un singolare spot per arte, cultura e territorio. Come hai partorito questa idea?

Nasce da un gioco di parole. “Via di Banda” unisce l’energia, la dinamicità e l’allegria delle bande musicali alla bellezza delle strade che i gruppi musicali attraversano. Avevo un’esigenza primaria, ossia quella di valorizzare il territorio e trasformare un borgo caratteristico come San Donato Val di Comino in un grande amplificatore naturale. C’era un’esigenza di superare i luoghi comuni e le classiche derivazioni che vogliono relegare un festival esclusivamente su un palcoscenico chiuso e distante dal pubblico. L’intenzione era quella di creare un contenitore ibrido che sperimentasse l’ipotesi di una rassegna libera, senza barriere, affinché nel meraviglioso centro storico del paese ci fosse la libertà di movimento delle bande e del pubblico. L’universo delle bande, con il loro multiforme complesso di origine popolare che nel corso del tempo ha scandito e accompagnato le occasioni di culto, festa e riti dei nostri paesi, diventa dunque l’elemento trainante per la riscoperta delle proprie radici e per la promozione culturale e turistica del borgo. È fondamentale che si crei un’interazione completa con la gente  e il tessuto urbano. Essere figurante senza rendersene conto: questa è la pietra angolare.

 Quali sono le aspettative dei sandonatesi rispetto alla kermesse?

Con “Via di Banda” l’allegria della musica porta a una riscoperta della bellezza del territorio, a una valorizzazione degli angoli più segreti e caratteristici di un paese come San Donato Val di Comino che è davvero una perla di tutta Valcomino. Si percorrono e ripercorrono le strade, i vicoli, le piazze, si scoprono per la prima volta o si riscoprono i luoghi della nostra storia, della nostra vita, della nostra quotidianità, sotto una luce nuova e diversa, con una bellezza unica ed emozionante che fa riscoprire le radici comuni legate ai nostri luoghi e alla nostra tradizione. Bellezza della musica, riscoperta del bello della nostra terra e del nostro essere comunità, rivivendo storie e tradizioni. Da questi elementi si intuisce che i sandonatesi hanno sempre riservato un’accoglienza straordinaria che è anche voglia di socializzare e festeggiare, desiderio di intraprendere un cammino volto a migliorare la qualità della loro vita e di chi viene a visitarli. “Via Di Banda” è stata una novità molto apprezzata che ha soddisfatto le aspettative, valorizzando le sue bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche, in sostegno dell’arte e della cultura, creando occasioni che rafforzano il senso di appartenenza territoriale e del sentirsi parte di una storia e di una comunità.

Non solo musica, ma anche fotografia, pittura e teatro sono presenti all’interno del programma di questa seconda edizione. Quanto è importante creare una commistione che coniughi l’arte a 360 gradi?

Un evento come un festival, indipendentemente dalla dimensione che riesce a raggiungere, ottiene l’attenzione dei media, un maggior coinvolgimento degli spettatori, dei partner commerciali e istituzionali che vengono, a vari livelli, pervasi dalla qualità della kermesse, essenzialmente grazie alla percezione positiva di un evento di qualità. Questo risulta ancor più evidente per il territorio che ospita la manifestazione, perché solo un territorio di qualità è in grado di produrre qualità. E ancor più per chi guida le fila dell’evento, che ovviamente è considerato colui che la produce. Per questo è fondamentale creare una commistione multidisciplinare che coniughi l’arte a 360 gradi, con workshop fotografici e mostre d’ arte contemporanea che vedono protagonisti artisti di grande livello come Chiara Valeri (creatrice del logo della manifestazione “La Fanfarona”), Emiliano Terenzi e Carlo Tescione. Quindi, le scelte programmatiche degli eventi dovranno essere pensate per creare una sorta di legame emotivo tra il pubblico e l’evento che vada oltre il singolo appuntamento e che permei l’intero contenitore del festival.

Quali sono le principali analogie e differenze tra la prima e la seconda edizione di “Via Di Banda”?

Tra le diverse novità posso anzitutto annoverare l’estensione dello spazio del festival alle finestre dei palazzi storici, con il fascino dei concerti sui balconi, l’importante mercatino del solito e dell’insolito, la mostra fotografica e pittorica che nel corso degli anni va intensificandosi con l’attenzione di accostare all’anarchia musicale quella artistica e fotografica, invogliando la gente a visitarci e a realizzare il proprio portfolio. Inoltre Chiara Valeri, creatrice del logo del festival, ha ideato “La Fanfarona”, che ricorda le feste nei campi e le messe degli anni ’50. Grazie alla bontà del processo comunicativo il logo ha ricevuto una grande affezione da parte del pubblico. “La Fanfarona”, nell’epoca del 3D, da semplice icona grafica è divenuta un pupazzo, una bambola, con l’opzione di una start-up di sartoria sociale da realizzare nel centro storico di San Donato. C’è il tentativo di dare all’arte il suo necessario sfogo affinché si identifichi un luogo che, oltre a essere lo scenario delle bande, diventi il paese delle fiabe.

Le istituzioni locali come sostengono questo evento?

Per un direttore artistico è molto importante essere messo nelle condizioni di realizzare il proprio progetto, credere nella bontà delle idee e investire. Nel mio caso, il consiglio comunale di San Donato, rappresentato da un sindaco giovane e volenteroso come Enrico Pittiglio, mi ha permesso di lavorare al meglio dando sfogo alle curiosità e alla fantasia.

“Via Di Banda” è una manifestazione che suscita interesse anche presso i giovani?

“Via Di Banda” è un progetto aperto a tutti e a tutte le età. Il target di riferimento è il mondo dei giovani e quello del territorio, con l’obiettivo di coinvolgerli  non solo come spettatori del festival, ma come fulcro della kermesse. Per ottenere tale risultato è necessario stimolarli attraverso progetti che, oltre a essere caratterizzati da un’elevata qualità, devono riuscire a renderli partecipi anche emotivamente, dandoli le giuste motivazioni che catturino la loro attenzione. L’intenzione della nostra rassegna è quella di essere una continua esortazione culturale.

Questo evento riesce ad avere affluenza di pubblico proveniente dall’intera regione?

“Via Di Banda” non ricopre un ruolo secondario nell’offerta turistica del Lazio, in quanto è un progetto che va oltre al semplice, ma fondamentale, aspetto musicale. Il festival, con la sua caratteristica d’essere veicolo di archeoturismo, fa scoprire angoli della regione dimenticati, promuove le ricchezze, le riscopre e le valorizza, proponendosi così come un importante volano di promozione culturale e turistica. Le presenze generate da “Via Di Banda” sono quantificabile nell’ordine di migliaia di unità.

Hai già in serbo nuove idee per la prossima edizione?

In questa edizione avremo una varietà di stili e forme espressive. Il rocksteady confidenziale della Bandakadabra, le colonne sonore dei film di Quentin Tarantino reinterpretate dagli 88 Folli, la musica brasiliana dei Mao Branca, il funk estremo dei Mo Better Band e quello burlesque della Girlesque Band, i Takaboom come rappresentazione calabrese, l’arte varia della pugliese Conturband, la Zastava Orkestar che suona klezmer e ritmi balcanici, il circo improvviso e il teatro dei Tetraedro. Da queste basi, nella prossima edizione, cercheremo di aumentare l’offerta musicale e teatrale, intensificando la rete con gli altri festival bandistici italiani e stranieri e coinvolgendo un gran numero di attori della scena artistica multidisciplinare. Quindi, nell’ambito delle scelte culturali ed artistiche della manifestazione, saranno preferiti eventi con un giusto grado di impegno, in modo da generare una partecipazione emozionale del pubblico non solo per il singolo appuntamento, ma per l’intera kermesse. Uno degli elementi per poter creare l’effetto desiderato è quello di riuscire a proporre sempre novità sia nei programmi che nella progettualità del festival, ideando costantemente nuove sezioni, producendo nuovi contenuti e presentandosi in maniera originale al mondo dei media e degli spettatori.