Si fa chiamare Silversnake Michelle. Che come nome ci rimanda ai boa di struzzo e ad un certo spettacolo alla Renato Zero. Che poi scopriamo, dall’intervista, che lei faceva burlesque. In effetti la sensualità non è proprio l’ultimo tratto anatomico di questo disco, per quanto si parli di rock epico e di un certo mondo notturno e psichedelico. Si intitola “Her Snakeness” il nuovo disco di Micaela Battista che approda al nome Silversnake Michelle proprio con l’intento di raffigurarsi seducente e schiva, pericolosa ed enigmatica. Ed è così che questo disco alla fine restituisce caratteri a tratti contrastanti ma tutti figli di una stessa causa. Al rock epico c’è del sano pop internazionale, che poi non si vergogna di lasciarsi randagio alle idee e alle voglie, risolvendo spesso in melodie assolutamente inaspettate. Un disco difficile, che però regge bene la sfida. Ha vinto solo per il fatto d’averci provato con forza e con carattere.
Da dove nasce il nome Silversnake Michelle?
Diciamo che stavo cercando un nome d’arte quando facevo burlesque. Cercavo un nome diverso dagli altri, volevo un animale ammiccante, sessualmente provocatorio e glam. Cosa meglio di un serpente d’argento?
Silversnake non divenne mai un personaggio di burlesque, ma fu “riciclato” e assunse significati ben più profondi di quelli sopra descritti. Rinascita, forza, provocazione, cambiamento.
Mi incuriosisce un passaggio importante della tua biografia che riassumerei chiedendoti: come si passa dal canto lirico al rock valvolare?
Istinto. Quando tornavo dalle prove di coro, in macchina mi sparavo a palla i Led Zeppelin, gli AC/DC o altri gruppi very rock e questo mi dava un senso di respiro… come se a coro fossi in apnea da me stessa. Non ero io.
E mi son detta: “forse forse la tua anima ha bisogno di GRIDARE un dolore devastante”.
Come mai quindi hai pensato di dare questa direzione artistica alla tua musica?
Ho solo cercato e alla fine trovato la cosa che mi facesse stare meglio, che mi comunicasse Bellezza e che mi facesse sentire Vera.
Spessissimo le donne affidano alla musica il compito di dire agli altri qualcosa di sé che non hanno la forza di mostrare. È anche questo il caso?
Semplicemente sì. Ma non solo le donne. Qualunque artista sussurra i propri segreti alla musica, ad un quadro, ad una scultura. Ciascuna opera racchiude le proprie paure, le proprie ossessioni, le proprie perversioni che, per come è strutturata l’innaturale società umana, possono essere solo tollerate con l’arte, altrimenti sono aberranti.
Dalle tue note di stampa ricorre spesso la parola TEMPO. Chi o cosa rappresenta il TEMPO per te?
Il TEMPO rappresenta il più grande paradosso inventato dall’uomo. Una scansione di eventi per riordinare le proprie vite, i propri ricordi e i propri sogni. Questa cosa assurda e inesistente che ci rende suoi schiavi e non dà modo di rendersi conto di esistere. Così tutto ciò che ci circonda perde senso e io ancora oggi mi chiedo: “siamo veri?”.
Domanda goliardica ma assai visionaria: Michelle Silversnake abita nella stessa casa di Micaela Battista?
Risposta altrettanto goliardica. Direi di sì…ma addirittura dormono nello stesso letto 🙂