Si intitola “Messaggi” il nuovo singolo estratto dal disco “Il Profumo di un’Era” di Paola Memeo – in arte AMELIE. E contro ogni moda che fa durare mediamente un disco solo qualche mese, a distanza di un anno circa si torna a parlare di questo lavoro che ha portato tanto alla bella Amelie e al suo staff. Riconoscimenti, premi e tanta bella critica che hanno celebrato in lungo e in largo la scrittura e la produzione del tutto. Con questo nuovo estratto c’è anche un video che corre in rete: il trucco della doppia esposizione, raramente utilizzato per questo genere di cose, traduce le immagini in visioni, le forme in sensazioni, le frasi in confessioni. Perchè il sottile senso di questo brano altro non è che una morbida e delicata confessione. Questi sono i “Messaggi” di una donna sola con se stessa.
Se tu dovessi dare una nazionalità alla tua forma canzone…quale sarebbe?
Domanda molto difficile, perché la mia musica ha diverse influenze. Faccio musica italiana, quindi alla fine se devo dare una risposta riduttiva rispondo: “italiana”. Se esistesse il termine nello Zanichelli, ti risponderei: nazionalità “amelitica” 😀
Fa un passo indietro. Guarda il tuo disco dall’esterno. Poi guarda la canzone italiana. Cos’è che hai in più e cosa hai in meno? Riesci a dirlo obiettivamente?
No, non credo di sapertelo dire obiettivamente, ma ci provo. Il mio tentativo è stato quello di liberare la musica italiana dai soliti cliché. Credo di essere “diversa” da un certo pop che passa attualmente in radio. Ho un mondo ben preciso, un po’ più personale. C’è più attenzione ai testi (che non parlano quasi MAI di storie di coppia). C’è la volontà di scavare più a fondo tanti lati che spesso non vengono presi in considerazione. E c’è il desiderio di staccarsi dalle tipiche vocalità femminili italiane, sia indie che mainstream. C’è attenzione ai testi ma senza dimenticarsi delle sonorità, senza adagiarsi su un piattume di arrangiamenti strasentiti e strainflazionati. Sarei spocchiosa se ti dicessi che a me sembra di essere riuscita pienamente nel tentativo. Però penso che ogni artista alla fine debba essere convinto di quello che porta avanti. Se fosse il contrario guai! si farebbe altro.
Amelie e Giovanni Rosina collaborano assieme da molto tempo. Secondo te, la musica di un artista è anche figlia di chi collabora al progetto? In altre parole, senza Rosina, la tua musica che faccia avrebbe avuto? Puoi immaginarlo?
Sì, posso immaginarlo, perché lavoro quotidianamente su produzioni conto terzi o su miei nuovi sperimenti, senza la sua costante presenza (anche se è sempre la primissima persona a cui chiedo un parere) . Siamo abbastanza indipendenti in generale anche se sul progetto “Amelie” abbiamo sempre lavorato (e lavoriamo) praticamente in simbiosi. Giovanni Rosina ha sempre rivestito un ruolo fondamentale; non mi ha mai obbligato nelle mie scelte né mai forzato. Con lui è stato tutto molto naturale, perché essendo anche mio compagno di vita, ha seguito la mia evoluzione personale/musicale in prima fila. Credo però che un Artista abbia una propria personalità e questa non la crea dal nulla né un produttore né un arrangiatore, anche se oggi siamo abituati a manichini di plastica costruiti a tavolino. Una figura seria, preparata e competente come la sua porta l’artista alla sua massima espressività, lo aiuta a migliorarsi e a crescere. E per questo lo ringrazierò sempre. Nel mio lavoro c’è indubbiamente molto di lui.
“Messaggi” e le tue confessioni. Se non l’avessi scritta, cos’altro avresti fatto per liberarti di questi “messaggi”?
Beh per prima cosa ringrazio Ivan Nossa e Alex Gasparotto. Senza di loro questa canzone non esisterebbe. Cosa avrei fatto in alternativa? Boh, dovrebbe rispondere il mio psicanalista 😀 Scherzi a parte, credo che i miei messaggi in genere non siano racchiusi solo in un brano, bensì in un album intero.
L’idea della doppia esposizione? Da chi è nata e perché in questa forma?
La doppia esposizione è stata una proposta del regista Michele Piazza dopo che ci siamo confrontati sul senso profondo del pezzo e su su ciò che intendevo comunicare. Mi interessava il concetto di “spiritualità” di “ricerca di se stessi”.. e quando mi è stata mostrata la doppia esposizione me ne sono subito innamorata. Inserire paesaggi all’interno della mia sagoma è stato raccontare stati d’animo non solo attraverso la musica e le parole ma anche attraverso immagini. Tra l’altro l’ho trovata anche una cosa particolarmente originale e non inflazionata. Quindi ho detto subito SI.
Chiudiamo dicendo: AMELIE è la donna che sta cantando o tieni ben separata Amelie da Paola Memeo?
Sono Amelie quando canto, quando suono, quando sto sul palco ma anche quando sono al supermercato, quando insegno, quando parlo con mia madre, quando rido con gli amici o quando alzo il ditone medio in macchina se quello davanti a me non mette la freccia per indicare la direzione in cui gira 😀 Nel disco poi ci sono tutte le mie facce: quella più dolce, spirituale, ma anche quella più incazzata, ironica o polemica. Quindi Amelie e Paola sono sempre unite. Credo non si lascino la manina nemmeno quando vado a dormire 😀 L’unica minima differenza se vuoi è che Paola tiene un po’ di più alla sua privacy. Amelie invece se ne fotte…